I luoghi e la polvere
- Autore: Roberto Peregalli
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2010
La nostalgia è la nostra vita, afferma Roberto Peregalli nelle prime pagine del suo saggio. Ma ci può ancora essere nostalgia di qualcosa in questo mondo tiranneggiato da scopi da perseguire a ogni costo, da violenze legalizzate e da un eterno presente in pace con se stesso? (Note di copertina)
L’uomo è dominato dal senso di nostalgia, dal desiderio del ritorno di tutti quegli attimi che non avrà più. La nostalgia è la nostra vita per Roberto Peregalli ed essa non fa che riflettersi continuamente attraverso la nostra anima nei luoghi che ci circondano.
“Polvere sei e polvere ritornerai”. Dio non poteva essere più chiaro: la caducità dell’esistenza si esprime attraverso il nostro corpo e la conoscenza si paga con la morte. Gli dei che tutto sanno e tutto vedono sono indifferenti, per l’uomo invece, nasce la differenza quando decide di conoscere, di capire il bene ed il male e di abbandonarsi alla curiosità, comprendendo che tutto ha un prezzo soprattutto a causa del passare del Tempo. Noi siamo fatti di tempo, il tempo è la nostra carne, ogni volta che guardiamo qualcosa, essa già non è più perché la sua bellezza cambia, perdendosi nell’imperfezione della sua fragilità. L’uomo moderno ha una paura terribile del passare del tempo, della polvere sulle cose, dei momenti perduti e allora cerca di ingabbiarli nelle maglie del presente. C’è un’ansia di eternità che vuole esorcizzare la morte attraverso la ristrutturazione degli edifici e degli spazi senza ascoltare l’anima dei luoghi e senza mostrare rispetto per ciò che in essi si conserva: la magia del nostro passato. I luoghi non sono immortali, non si può renderli incontaminati dalla natura e dall’uomo eliminando in essi le rovine e il degrado, perché quando tutto sarà ricostruito in modo fittizio allora non resterà più niente di vero. Non si può eliminare l’ombra perché ossessionati dalla luce abbagliante, costruendo finestre sempre più grandi e mura sempre più bianche che trasformano le nostre case e i nostri ambienti più che in ripari, in spazi perdutamente aperti.
L’ombra come la polvere è il nostro fondo nascosto e, cancellandola, si annienta la carnalità del luogo, la sua vita terrestre, perché quando si vede tutto allora non c’è più niente da vedere. Cancellando la mortalità della vita, il luogo diventa eternamente morto. Nei nostri spazi si deve continuare a leggere la nostra storia che li rende unici, li rende frammenti di eternità, ricordi, così come un corpo umano che accetta la temporaneità dell’esistenza invece che cristallizzarsi in un’età indefinita attraverso la chirurgia estetica. Ciò che amiamo nel volto di chi vogliamo bene non è la perfezione senza difetti ma la ruga che si forma con il suo sorriso, che ci conduce negli angoli più celati della sua consistenza mortale, il suo odore, il suo calore, che costituiscono tutto ciò che cambia e si adatta a noi e alla vita. Non possiamo salvare il mondo cancellando l’ombra, illuminandolo mentre lo accechiamo, rendendolo perfetto attraverso un progresso che ci sta strappando il passato, soltanto per un’insensata ansia di immortalità perché stiamo perdendo il contatto con ciò che ci circonda. Guardando i nostri luoghi rivediamo i segni indelebili del tempo così come su di noi si conserva la bellezza dell’imperfetto, di esseri che vivono tra le pieghe della terra, accompagnati dalla penombra, vivi nella loro essenza mortale, lontani dalle violenti e abbaglianti vittorie sul mondo.
I luoghi e la polvere. Sulla bellezza dell'imperfezione
Amazon.it: 26,59 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I luoghi e la polvere
Lascia il tuo commento