I marziani siamo noi
- Autore: Giovanni F. Bignami
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Zanichelli
- Anno di pubblicazione: 2010
Durante la presentazione tenutasi mercoledì 25 maggio a Torino (nella sede delle Belgravia Librerie in Via Vicoforte 14 D), il professor Giovanni Fabrizio Bignami ha parlato in pubblico del suo saggio divulgativo “I marziani siamo noi” (Zanichelli editore S.p.A., collana Chiavi di lettura, prima edizione ottobre 2010, ristampa 2011, € 10,20), un libro in formato tascabile che ha per sottotitolo “Un filo rosso dal Big Bang alla vita”. Il professor Bignami, notoriamente fra i migliori scienziati nel campo della ricerca spaziale e astrofisica, ha diretto progetti internazionali in Italia e all’estero e identificato la nuova stella di neutroni Geminga.
“In principio è il Big Bang”, potremmo dire parafrasando la “Genesi”: il mondo-tempo nasce all’incirca 13,7 miliardi di anni fa. Non si può parlare di un prima, anteriormente non c’è niente.
Per inciso: secondo il credente, quindi da un’ottica teologica e non scientifica, c’è Dio e al di fuori di lui c’è non-Dio vale a dire non c’è materia, non energia, non il vuoto e neppure il tempo, ché il tempo stesso è stato fatto dal Creatore, secondo sant’Agostino.
Per il professor Bignami, il cui approccio è esattamente scientifico-sperimentale e non filosofico e men che mai teologico, semplicemente prima del Big Bang non c’è niente e dunque occuparsene non avrebbe alcun senso.
Non c’è parentela fra questo scienziato e quell’Ernesto Bignami editore dei gloriosi librini da ripasso noti agli studenti come i bigini, né l’autore, come ha dichiarato alla presentazione di “I marziani siamo noi”, ha preventivamente voluto comporne uno sull’universo, ma ciò nonostante, alla fine si è “
accorto che questo che è venuto fuori è una specie di bignami dell’universo e zone limitrofe […] un bignami interdisciplinare, […] dovremo così parlare di fisica, di astronomia, di chimica, di biologia”
In breve, egli ha inteso contribuire a dare al profano una visione globale dell’universo, “come se fosse un bosco osservato nel suo insieme”; quest’opera non consente, diversamente dal lavoro del fisico e dell’astronomo, di “studiare singoli alberi (talvolta anzi ramoscelli)”, ma si rivela utilissima al pubblico che desideri indirizzarsi all’argomento cosmo. Secondo il sottoscritto, potrebbe anche costituire una prima base per aspiranti astrofisici prossimi all’esame d’ammissione all’università.
L’argomento è rigorosamente espresso in uno stile brillante insaporito da amabile humour.
L’“Ouverture” è simbolica, presenta la cronaca d’un incontro di calcio iniziato 4400 anni fa tra la squadra dell’universo e quella dell’umanità la quale, abbracciando la teoria geocentrica, credeva d’essere centrale all’esistente: una partita vinta dal cosmo senza neppure una rete segnata dal tolemaico genere umano; il gioco è avvenuto a colpi di rivolgimenti scientifici, primo quello che, 400 anni or sono, ha abbattuto sperimentalmente la congettura geocentrica, grazie a Galileo che col telescopio ha visto le fasi di Venere confermando la tesa eliocentrica copernicana e dimostrando che l’uomo non è fisicamente al centro del cosmo – diverso è tuttavia il discorso spirituale –; nel prosieguo di partita, continua il Bignami, ecco il goal dell’evoluzionismo, XIX secolo, e, appena una quarantina d’anni fa, quello della scoperta che la materia che ci compone è la stessa in tutto l’universo e che gli elementi di cui siamo fatti si sono formati negli astri lontani, partendo da idrogeno ed elio e poi, via, via, creandosi tutti gli altri elementi atomicamente più pesanti; non molto dopo, il cosmo ha realizzato un altro goal grazie all’individuazione di pianeti extrasolari, finora oltre 500 quelli scoperti e, come ritiene il Bignami, entro un decennio al massimo si dovrebbe poter individuarne uno come la nostra Terra; quindi, ultimo goal, è stata scoperta sopra una cometa la glicina, uno dei nostri amminoacidi, ossia una delle basi della vita. Forse dunque “i marziani siamo noi”, per così dire. L’universo ci viene a fare visita: ogni anno precipitano sul nostro pianeta 40.000 tonnellate di materia non terrestre, di cui 400 chili provenienti da Marte attratti dalla nostra gravità, dopo essersi staccati anticamente dal Pianeta rosso a causa d’impatti spaziali e aver vagato nel cosmo per milioni di anni. Potrebbe esserci altra vita nell’universo, anzi non è improbabile, però gli extraterrestri, secondo l’autore, sono verosimilmente microbi o al massimo vermicelli, non enti pensanti come gli umani, sebbene questi cerchino alieni intelligenti, tanto inviando nel cosmo onde radio modulate secondo particolari sequenze, nella speranza che, sia pur in un futuro lontanissimo a causa della bassa velocità della luce, esse saranno captate e intese da esseri intelligenti di un altro mondo, quanto inviando nello spazio profondo, com’è avvenuto su ciascuna delle sonde Pioneer 10 e 11, una placca di alluminio anodizzata in oro, progettata appositamente dal geniale cosmologo, e scrittore di fantascienza, Carl Sagan che vi aveva compendiato informazioni facili a capirsi da una civiltà aliena. Comunque, che la futura umanità contatti o no alieni, merita fin da adesso, scrive l’autore, cercare di scoprire come si formi un universo capace di ospitare la vita, cioè con dentro quelle cose giuste come acqua, aminoacidi e pianeti con un certa conformazione posti in una certa zona attorno a un certo tipo di stella. Intanto si sa ancora pochissimo, quasi niente; è provato che vi è più energia che materia e che solo il 4% del cosmo è fatto di atomi, il rimanente 96% resta misterioso. Bisogna investire in ricerca, conclude il professore, un investimento indispensabile al nostro futuro.
Giovanni F. Bignami aggiunge i suoi “Ringraziamenti” per chi gli ha fornito aiuto nella composizione di “un bigino interdisciplinare e universale come questo” comprendente anche discipline non proprie alle sue materie come la chimica organica, e conclude il libro con due appendici curiose, “15 miti da sfatare” come, ad esempio, l’idea che l’universo è infinitamente grande, e “Forse non sapevi che…”, per esempio che la massa dell’universo è dovuta per lo più a un tipo di materia ancora sconosciuto.
I marziani siamo noi. Alla ricerca di un'altra Terra
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