I misteri di Montecitorio
- Autore: Ettore Socci
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“Fu in una delle prime sere di novembre del 187... che l’avvocato Guidi fece il suo ingresso nel palazzo di Montecitorio.”
Nessuno conosceva quel giovane deputato da poco eletto in Parlamento che proveniva dalla provincia del Regno d’Italia. Bello di “una bellezza maschile”, aitante e distinto, Guidi “reduce garibaldino e possidente democratico” aveva fatto le campagne per l’indipendenza d’Italia, distinguendosi. Poeta infarinato di studi classici, “parlatore facile ed elegante”, chiamato “sbuccione” all’Università e “scansafatiche dopo la laurea”, a Roma "sciupava quattrini senza concludere nulla". Per questo il genitore, uomo pratico, l’aveva richiamato a P., il paesello natio
“nella speranza che si sarebbe adattato a badare i suoi affari.”
Qui l’avvocato Guidi, solo per aver difeso i diritti di alcuni scioperanti nei confronti delle esigenze dei capitalisti, era stato tradotto in carcere e lasciato a languire.
“Che razza di governo era dunque quello che reggeva l’Italia per pigliar lui per un uomo pericoloso?”
Quindici giorni dopo l’arresto dell’avvocato erano state indette le elezioni generali. Immediatamente tutti i collegi elettorali erano stati percorsi da galoppini che in ogni angolo dello Stivale promettevano menzogne. Il solito
“apparato scenico e le maligne risorse che costituiscono il nauseante spettacolo di una lotta elettorale, si mostrarono alla luce del sole, anche nelle elezioni del 187...”
Un gruppo di cittadini onesti, nemici giurati della ciarlataneria e dell’affarismo si erano proposti di combattere le due candidature che avevano corrotto l’onesto collegio. Era stata quindi proposta la candidatura dell’avvocato Guidi di specchiata onestà, arrestato ingiustamente. La vittoria alle elezioni spalancava al giovane il portone di Montecitorio e dei suoi misteri.
“Il Guidi credeva di essere preda di un sogno. Non aveva in vita sua mai pensato di rappresentare il paese, e la prima idea che gli balenò nella mente fu quella di Pulcinella creato principe del sangue dalla fata benefica.”
L’intellettuale risorgimentale Ettore Socci (Pisa 1846-Livorno 1905), mazziniano convinto, ex garibaldino, giornalista e deputato repubblicano dal 1892, fece uscire "I misteri di Montecitorio" dapprima sul giornale da lui fondato La Democrazia nel 1886/87 e successivamente in volume nel febbraio del 1899.
“È un libro d’impressioni, a cui non ho voluto aggiungere proprio nulla, quantunque in sette anni di vita parlamentare, avrei raccolto un po’ di materiale.”
La casa editrice romana, Studio Garamond, riedita il libro, nella collana Supernova curata da Michele Vaccari, con l’obiettivo di riscoprire i capolavori scomparsi della letteratura italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento.
L’inventore del romanzo parlamentare redasse il primo libro-scandalo sulla Casta, perché dal 1874 a oggi nulla sembra cambiato all’interno dei Palazzi della politica romani.
“L’uomo politico è uno schiavo bianco” giacché “quando un pacifico cittadino ha la disgrazia di diventare un uomo politico egli non ha più volontà.”
Guidi questo l’avrebbe scoperto presto all’interno della Camera nella sala di lettura chiamata Farmacia o passeggiando al Pincio durante una radiosa mattinata invernale capitolina degna di un dipinto di un vedutista straniero. Ma le bellezze dell’Urbe non sono in grado di celare corruttela e malversazione. All’alba dell’Unità d’Italia il nostro Paese porta ancora nel cuore le battaglie risorgimentali attraverso le quali il dominatore straniero è stato ricacciato fuori dai confini nazionali. Eppure la nostra giovane Italia è già corrotta in balia di loschi figuri come il mefistofelico deputato Civiletti, “sarò il vostro Virgilio in questo inferno”, che si serve di Angelina “figlia del piacere” per attuare i suoi loschi intrighi.
In questo mondo depravato nel quale impera la politica del “do ut des”, non c’è posto per un novellino come Guidi o per l’onesto deputato Salvatore “dedito al pauperismo”.
“Un romanzo naturalista” e “una bella pagina di storia” come sottolinea Saverio Fossati nell’introduzione.
Tra le pagine del volume spicca la figura del “vecchio mago” Agostino Depretis (1813-1887), maestro del “trasformismo”, nove volte Presidente del Consiglio del Regno d’Italia, il quale:
“come Cristo, passando da incarnazione a incarnazione, facendo salti mortali da destra a sinistra ha fatto della maggioranza un vero e proprio caleidoscopio che cambia a ogni tratto, ma che gli mantiene sempre il mestolo in mano.”
I misteri di Montecitorio
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