I padri di Raul di Marco Piermattei

Con “I padri di Raul” di Marco Piermattei (Romano Editore, 2011), mi aspettavo di leggere un libro "da esordiente", ma in realtà mi sono imbattuta in una storia credibile, che sta in piedi, dove c’è un’idea di fondo (anche più di una) che merita di essere raccontata.

Però, confesso, il merito più grande -ai miei occhi- che quelle pagine hanno è: la sincerità.
E’ un mio personalissimo metro di giudizio che applico istintivamente un po’ a tutte le forme di espressione di cui fruisco: devo sentire la Verità. Laddove per verità ovviamente non intendo la realtà dei fatti raccontati, quanto piuttosto un approccio veritiero dell’autore alla comunicazione; quando avverto insincerità scatta un meccanismo per il quale si interrompe il flusso emotivo e sento un "filtro" a dividermi dalla musica, dal film, dalle pagine...

Al contrario, qui, mi sembra sia stata offerta verità: la verità di Piermattei, il suo modo di vedere il mondo, di vivere le cose, di raccontarle, anche mettendo a nudo la sua anima... azione che trovo molto coraggiosa e un po’ spaventosa.
Un plauso dunque all’autore per la generosità e l’audacia nell’esporsi.
Questo ha fatto la differenza rendendo credibile il romanzo.

Nel bene e nel male: quello non avrebbe potuto essere il romanzo mio o di chiunque altro; lì dentro c’è Marco Piermattei con i suoi occhi che guardano il suo cervello che elabora il suo cuore che sente: tutti chiamati a rappresentare quelle vicende.

Infine un apprezzamento per la scelta stilistica non semplice: raccontare una storia in prima persona, dal punto di vista di tre persone diverse, tra cui addirittura una donna!!! La scelta di usare dunque vari registri che cercano di essere aderenti all’età, alle personalità, ai sentimenti descritti: molto, molto difficile ma perlopiù riuscito!

Vorrei chiudere sottolineando che dentro quel volume ci sono elementi per stampare altri 4 volumi: nel senso che esistono sentimenti, gesti, stati d’animo e situazioni che vengono appena accennati ma che potrebbero essere sviscerati ancora parecchio. Non so se questa sia una precisa scelta di stile o un certo modo di scivolare sulle cose...mantenendo una qualche leggerezza anche nella tragicità della vita.
...In ogni caso di materiale ce n’è tanto!
Consiglio questo libro per un fine settimana: si inizia a leggerlo e si smette solo quando è finito, non prima!