I paradossi di Ustica
- Autore: Claudio E.A. Pizzi
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Il 27 giugno 1980 in prossimità dell’isola di Ustica un’esplosione provoca la distruzione del DC-9 Itavia in servizio da Bologna a Palermo e la morte delle ottantuno persone a bordo.
Dopo una serie di ipotesi di ogni genere alcune davvero improbabili ben presto le indagini si concentrano su una pista ritenuta quella più credibile ovvero che il disastro sia stato provocato da un missile lanciato da un aeroplano militare non identificato.
Si tratta, però, solo dell’ipotesi più diffusa a livello mediatico perché da tempo parte della stampa specializzata contrasta in modo sempre più incisivo il monopolio della dominante teoria della battaglia aerea, sollevando dubbi a riguardo e soprattutto sostenendo con forza un’altra teoria: quella di una bomba collocata a bordo del DC-9.
Come a fianco della più celebre “Associazione Parenti delle Vittime della strage di Ustica”, che sostiene la teoria della battaglia aerea, esiste da tempo l’Associazione per la Verità sul Disastro Aereo di Ustica (AVDAU) convinta che il velivolo sia stato “distrutto da un’esplosione interna”.
E in questo libro, I paradossi di Ustica. Al vaglio della logica e del ragionevole dubbio, la terza opera scritta da Claudio E.A. Pizzi dopo Ripensare Ustica e Ustica 40 anni dopo. Riflessioni su un caso aperto, viene sostenuta proprio la teoria della bomba.
Nell’introduzione l’autore spiega che l’opera è una raccolta di saggi scritti per ampliare l’analisi del caso Ustica, tracciato nelle due opere precedenti e in diversi lavori pubblicati a stampa e online. A questo scopo vengono presentati spunti di ricerca inediti che sono in parte tecnici, in parte storici, in parte metodologici.
Secondo Claudio Pizzi il passare del tempo avrebbe permesso di recuperare “frammenti importanti di verità” seppure nel caso di Ustica si sia trattato di un percorso né facile né completo il quale si sarebbe scontrato con numerosi ostacoli, a cominciare dalla disinformazione sistematica che continua a condizionare l’opinione pubblica del nostro paese.
Il ripescaggio del relitto, completato nel 1991, avrebbe fatto emergere dei dati fino ad allora sconosciuti, consentendo agli investigatori di escludere un certo numero di ipotesi, in primo luogo proprio quella secondo cui il DC-9 sarebbe stato abbattuto da un missile partito per errore. Dovendo escludere il missile a frammentazione, il Giudice Istruttore Priore, per sostenere la tesi da lui privilegiata, secondo la quale il DC-9 sarebbe caduto a seguito di una battaglia aerea, ha fatto ricorso a ipotesi altamente inverosimili come quella di una quasi collisione e di un missile a effetto blast.
Per questo motivo la teoria della battaglia aerea è stata giudicata, nel terzo grado di giudizio penale, un puro e semplice prodotto dell’umana fantasia. Eppure, nonostante l’inequivocabile condanna, questa teoria ha continuato a tener banco sulla stampa e sui media ed è stata recuperata nei più recenti processi civili, dove ha avuto un ruolo chiave per ottenere da tre Ministeri un costosissimo risarcimento dei danni ai ricorrenti.
Ma se l’analisi delle cause tecniche del disastro ha segnato un progresso, rimane il problema di individuare le responsabilità della strage perché i teorici del duello aereo non sono stati in grado di indicare quale Stato straniero sarebbe stato responsabile dell’immaginata battaglia nei cieli. E aver scelto di bloccare, fin dall’inizio, qualsiasi ricerca in direzione della bomba, oggi, a distanza di più di quaranta anni, rende impossibile pensare di identificare con precisione i responsabili dell’attentato. Intanto stanno emergendo elementi informativi impensabili pochi anni fa come la desecretazione in corso di documenti provenienti dalla centrale del SISMI a Beirut e la divulgazione del cosiddetto Lodo Moro, di cui nulla si sapeva prima della fine degli anni ’80, fermo restando che bisognerà capire se questi documenti hanno qualcosa a che vedere con Ustica. Altri documenti utili alla comprensione del contesto politico dell’epoca giungono dal contenzioso italo-libico, le cui clausole costitutive negli anni ’80-’90 probabilmente erano note solo a una cerchia ristrettissima di funzionari che operavano alla Farnesina.
Inoltre, proprio nei mesi centrali del 1980, Italia e Libia erano giunte a un passo dalla guerra per il sommarsi di vari fattori di attrito, il più importante dei quali – il controllo politico di Malta – era oggetto di un complesso negoziato tra Roma e La Valletta, coperto dal silenzio totale della stampa italiana di allora.
Il saggio al quale è stato dedicato il maggiore impegno, intitolato “I paradossi di Ustica”, è stato scritto appositamente da Pizzi per questa opera e affronta alcune affermazione e situazioni che appaiano o, soprattutto, sono paradossali, selezionando alcune tra le molte in cui ci si imbatte navigando nel mare magnum del materiale disponibile: il paradosso dei tracciati radar; il paradosso del giudice “peritus peritorum”; il paradosso della doppia verità; il paradosso della conoscenza senza fondamenti. La scelta è stata fatta solo tenendo conto della notorietà di cui godono i soggetti che le hanno messe in circolazione e quindi della loro capacità di influenzare il modo di pensare di vasti settori dell’opinione pubblica.
Infine, l’analisi di incidenti aerei avvenuti dopo Ustica ma con caratteristiche analoghe ha rappresentato una potenziale fonte di informazioni utilizzabili per spiegare il disastro del DC-9. Come il caso del disastro di Lockerbie (1988), il volo China Airlines 611 (2002) e il volo Malaysian Airlines 17 (2016).
Quanto evidenziato spinge Claudio Pizzi a pensare che:
Se si potesse eseguire nuovamente un’analisi tecnica del relitto con gli strumenti tecnologici oggi disponibili sarebbe possibile fare rilevazioni, e forse anche scoperte, che non erano possibili all’epoca della commissione Misiti. Si può solo deplorare il fatto che purtroppo questo riesame oggi non è più a portata di mano.
Infatti, il relitto del DC-9, inizialmente messo sotto sequestro dai giudici e custodito come “corpo del reato” a Pratica di Mare, nel 2007 è stato spostato e rimontato nel Museo della Memoria di Bologna per essere esposto al pubblico come reliquia storica, trasformandosi quindi in oggetto sfortunatamente intoccabile.
I paradossi di Ustica. Al vaglio della logica e del ragionevole dubbio
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I paradossi di Ustica
Lascia il tuo commento