I quaderni botanici di Madame Lucie di Mélissa Da Costa

Quando la vita ti pone davanti certe sfide il primo pensiero è che tutto sia per sempre finito.
Perdere le persone che si amano è una delle prove peggiori alle quali si può essere chiamati, pensare poi di perdere coloro che si è generato è quasi impossibile; l’augurio è che ciò non accada mai.
L’autrice, Mélissa Da Costa, racconta in questo romanzo I quaderni botanici di Madame Lucie (Rizzoli, 2022, trad. Elena Cappellini) le avventure di una giovane donna che vede la rotta delle propria vita annebbiarsi, dopo gravi e inaspettate perdite.
Tutto sembra cadere nel baratro ed i colori del racconto dipingono e illustrano con maestria le emozioni che costellano la mente della protagonista.
Soltanto dopo aver ritrovato la chiave per riaccendersi riuscirà piano piano a uscire da un letargo in cui sarà per mesi imbrigliata e i colori torneranno a splendere.
Le perdite, gli addii, i punti che necessariamente si mettono nella vita possono essere segni di rottura talmente forti da reprimere qualsiasi pulsione generativa e di vita, ma soltanto dopo aver lasciato andare ciò che è accaduto è possibile ripartire, magari con una marcia in più rispetto a prima.

La protagonista ritroverà il modo per ingranare le marce della sua vita tra le righe di appunti di un’anziana vedova e inizierà ad appassionarsi e prendersi cura inizialmente dei vegetali, piante da orto e fiori, e successivamente di sé e della famiglia rimasta.
Un libro illuminante e, allo stesso tempo, un romanzo che cattura l’attenzione del lettore.