I racconti del Necronomicon di H. P. Lovecraft

Il Necronomicon, il manoscritto dell’arabo pazzo Abdul Alhazred, è uno dei testi più misteriosi e affascinanti della storia della letteratura dell’occulto e del fantastico. Per anni, dai primi del 1900, il Libro Maledetto ha ossessionato esperti e profani che hanno cercato in ogni modo di rinvenirlo per entrarne in possesso, sperando forse di scovare chissà quali formule stregonesche in grado di aprire le porte di una nuova suprema realtà.

Lovecraft, autore e inventore tanto del magico manoscritto quando del Ciclo dei miti di Cthulhu, ha sempre giocato con i lettori e gli appassionati dell’argomento, creando un testo leggendario e potente così credibile da non riuscire più a fermare la spirale di suggestioni che aveva abilmente creato.

Non è morto ciò che può vivere in eterno, e in strani eoni anche la morte può morire.

H. P. Lovecraft, nato a Providence nel 1890, viene spesso affiancato ai grandi autori del terrore - Edgar Allan Poe tra tutti - che hanno saputo scovare l’orrore e lo sgomento nell’animo umano e nella psiche, piuttosto che nella mostruosità o nell’alienità. I racconti del suo Necronomicon non sono semplici racconti horror. L’autore ha creato un mondo mitico e atavico, una leggendaria civiltà primordiale, aliena, che ha abitato il nostro pianeta e ogni dimensione prima della comparsa dell’umanità conosciuta. Cthulhu e i guardiani dello spazio e del tempo, nell’illusoria realtà e nella realtà che è sogno, sono soltanto una piccola parte del grande pantheon fantastico che è stato adorato da creature trascendenti tornate a vigilare su un pianeta utile e di cui solo alcuni sensibili eletti sono venuti a conoscenza. Racconti come Colui che sussurrava nelle tenebre o Attraverso i cancelli della chiave d’argento riassumono perfettamente l’incontro tra lo straordinario e l’umano, delineando la possibile reazione degli uomini di fronte al perturbante. Ciò che era soltanto leggenda diventa realtà e ciò che veniva soltanto sussurrato davanti ai focolari si anima ai margini del percettibile, stuzzicando le corde emotive del terrore e della meraviglia. Perché, nonostante abbia creato un nuovo universo pluridimensionale popolato di entità semidivine che hanno superato i confini materiali del tempo, della materia e della vita, il minimo comun denominatore dei racconti di Lovecraft è proprio l’umano, il suo modo di confrontarsi con il mistero e con la conoscenza che da sempre gli sfugge. Il richiamo di Cthulhu e I sogni nella casa stregata, tra gli altri, hanno come protagonisti degli appassionati dell’occulto che sfidano il senso comune e la razionalità per avvicinarsi a scoperte ineffabili, troppo grandi per essere accolte senza correre il rischio, da svegli, di impazzire. La dimensione onirica e la sensibilità tipica degli artisti sono altri elementi costanti, realtà parallele a quella ordinaria, attimi di esistenza in cui il sussurro arcano e indecifrabile del passato può ancora farsi udire.