I ragazzi terribili
- Autore: Jean Cocteau
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BUR
Jean Cocteau è stata una delle personalità più rilevanti della prima metà del Novecento, un genio da tutti riconosciuto, un uomo dallo stile elegante, dallo sguardo magnetico, decisamente affascinante e pieno di carisma. Scrittore, poeta, regista, drammaturgo, pittore, icona del surrealismo, aveva un ruolo trainante dell’intelligentsia littéraire del tempo. Amico di Picasso, Stravinskij, Edith Piaf, Gide, Proust, Cocteau detestava il genere fantastico ed amava il suo particolare realismo, il meccanismo dei sogni. Omosessuale dichiarato, dalle storie tormentate, il suo legame più importante lo ebbe con Raymond Radiguet, il giovane autore de Il diavolo in corpo. Continuò ad amarlo anche dopo la sua morte e le successive relazioni affettive. Negli anni successivi alla fine della guerra diverrà un riferimento ideologico per molti esponenti della cultura internazionale. Lavorò con Roberto Rossellini al film Voce umana e ammirò le prime opere di un giovane Francois Truffaut. Molti rappresentanti illustri del cinema italiano si sono a lui ispirati quali Pasolini, Visconti, Fellini, Antonioni, Bertolucci.
I ragazzi terribili è la sua opera letteraria più nota. Un libro malvagio, come venne definito dai critici del tempo, che divenne nel 1950 un film diretto da Melville. Un romanzo di approccio non facile, un racconto complesso e drammatico nel quale la tensione psicologica e sensuale dei protagonisti, un fratello ed una sorella, e l’universo claustrofobico nel quale vivono suscitano una miriade di riflessioni. La storia venne scritta da Cocteau nel 1926, mentre era ricoverato in ospedale per un periodo di disintossicazione dalle droghe, e disegnata su tavole che corredano il libro, come era nel suo stile di illustrare i libri. Una storia autobiografica da leggere per comprendere lo scrittore e la sua vita.
Il romanzo pone al centro della narrazione l’adolescenza e la morbosità affettiva dei due giovanissimi Paul e Elisabeth, una vicenda che si svolge nell’arco temporale di alcuni anni. Orfani di padre, con la madre gravemente malata, vivono nella loro casa dalle dimensioni di una camera. La camera è il loro unico mondo possibile, nella quale giocano, si amano, gioiscono e soffrono. Paul, quattordicenne, frequenta il liceo del quartiere e all’uscita da scuola, durante una battaglia a palle di neve con i compagni, rimane ferito da un tiro di Dargelos, il bullo del liceo. Dargelos lo ha colpito gravemente al petto: la sua palla di neve nascondeva in realtà un sasso. Il ragazzo ferito viene portato a casa e la sorella sedicenne, Elisabeth, dovrà prendersi cura sia di lui che della madre. Paul dopo l’accaduto non tornerà a scuola e non muterà il suo affetto per Dargelos. Ma la morte improvvisa della madre cambierà i destini dei ragazzi.
“La morte improvvisa della madre placò temporaneamente le tempeste ... la camera esigeva qualcosa di inaudito. L’inaudito di quella morte proteggeva la morta come un sarcofago barbarico e, grazie al suo carattere subitaneo, cominciava ad attribuirle il posto d’onore nel cielo dei sogni.”
Paul, sempre più immobile a letto e malato, non migliora. Elisabeth lavora come modella e nel giro di poco tempo la loro piccola camera accoglierà la sensuale Agathe e il facoltoso Micheal. Le passioni lecite ed illecite e gli avvenimenti che seguiranno li vedranno protagonisti di una serie di eventi tragici. L’amore tra i due fratelli è ambiguo, sono gelosi l’uno dell’altra, possessivi. Il loro rapporto sarà spesso collerico, con il sottile veleno che li nutrirà e che determinerà passioni e suggestioni visionarie nello scorrere delle loro giornate e dei loro giochi esclusivi. L’interporsi di altri soggetti nella loro vita, nel loro mondo non accessibile, li condurrà all’inevitabile finale.
“Il loro malessere cresceva al calar della sera … si sentivano distratti, sviati proprio al margine del sogno. In verità, partivano per altri lidi: rotti all’esercizio che consiste nel proiettarsi fuori di sé, chiamavano distrazione la nuova tappa che li sprofondava in se stessi”.
I ragazzi terribili è un’opera tragica, nel senso classico, e ancora oggi attuale. L’adolescenza era per il nostro autore un periodo devastante, non roseo, trascorso nella continua ricerca di un’altra dimensione, di un universo nel quale vivere i propri desideri, i propri sogni, le ossessioni dell’ego e la scoperta dell’amore. Cocteau, infatti, la descrive senza censure come una personale discesa nelle profondità del proprio io. Una notte interiore, come amava definirla nel Mito di Orfeo, un particolare viaggio intimo, oltre i limiti umani, che facesse riemergere a livello conscio tutto ciò che viene custodito e nascosto nei meandri del proprio inconscio. Un ritratto adolescenziale inquietante e allo stesso tempo poetico, celebrato nel culto dell’eros e della morte.
I ragazzi terribili
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