I segreti di Gray Mountain di John Grisham

“L’orrore era nell’attesa: l’ignoto, l’insonnia, l’ulcera”.

New York. Settembre 2008. Nei giorni caldi seguiti al crollo della società finanziaria Lehman Brothers, gli impiegati, i soci e i pezzi grossi degli studi legali si domandavano chi sarebbe stato il prossimo a essere licenziato. Anche la ventinovenne Samantha Kofer temeva per il proprio posto di lavoro presso la divisione Immobili commerciali di Scully & Pershing “il più grande studio legale che il mondo avesse mai visto”. Tutti erano nel panico esattamente come gli hedge found, le banche d’investimenti e quelle tradizionali, i conglomerati assicurativi, “Washington e, scendendo lungo la catena alimentare, i piccoli commercianti in Main Street”. La crisi finanziaria e la catastrofe creditizia avevano portato il mondo sull’orlo dell’abisso. Nello studio di Samantha erano stati decisi alcuni drastici tagli, dismessa, eliminata la divisione Immobili commerciali.
“È possibile che si stia andando verso una grande depressione” aveva annunciato uno dei soci Andy Grubman, quando aveva convocato Samantha e altri suoi due colleghi per comunicare loro che l’escamotage contro il licenziamento era rappresentato da uno stage gratuito presso un’organizzazione no-profit qualificata. In tal modo “mantenete l’assicurazione sanitaria, fate il vostro numero da bravo benefattore, salvate il mondo, sperate con tutte le vostre forze che l’economia si riprenda e poi, tra un anno o giù di lì, rientrate in studio senza perdere l’anzianità”. Uno shock per Samantha come per tutti gli altri come lei, impossibile dimenticare le foto sui giornali degli impiegati di Lehman e di Bear Stearns che uscivano dai rispettivi palazzi con scatoloni pieni delle loro cose, i visi stravolti e con le lacrime agli occhi.

La costosa istruzione in una scuola privata di Washington, la laurea magna cum laude in scienze politiche a Georgetown, il lavoro di avvocato associato che finora le aveva garantito un ottimo stipendio: i primi ventinove anni della vita di Samantha erano stati una serie di straordinari successi e ben pochi fallimenti. Essere stata scaricata in quel modo era devastante, del resto erano migliaia i giovani professionisti che venivano buttati in mezzo a una strada.

Samantha però aveva una carta da giocare: la Mountain Legal Aid Clinic, gestito dalla volitiva Mattie Wyatt, direttore esecutivo dello studio fin dal giorno in cui aveva fondato l’organizzazione ventisei anni prima. Lo studio legale svolgeva la sua attività a basso budget in un ex negozio di ferramenta in Main Street a Brady, nella Virginia sudoccidentale, “abitanti duemilacinquecento e in diminuzione a ogni censimento”. Qui sui monti Appalachi, nella regione del carbone, distante cinquecento chilometri nello spazio e nel tempo dai ricchi sobborghi di Washington nella Virgina settentrionale, Samantha avrebbe fornito servizi legali gratuiti a clienti a basso reddito. Il futuro della giovane avvocatessa era tutto da scrivere, un futuro non privo di pericoli.

“È difficile battere una società mineraria”.

Con I segreti di Gray Mountain (titolo originale Gray Mountain, traduzione di Nicoletta Lamberti), ventisettesimo volume del re del legal thriller John Grisham torna al romanzo di impegno sociale e politico. Era dai tempi de Il rapporto Pelikan (1992) che l’autore americano non poneva al centro della trama una figura di donna avvocato.

Samantha si rende conto che in una delle zone economicamente più depresse degli Stati Uniti, le grandi società minerarie, sfruttando la zona ricca di carbone, distruggono le montagne, la cultura e le vite umane. Ma questo triplice crimine non fa notizia, perché la maggior parte della gente resta convinta che il grande affare del carbone sia una buona cosa perché dà lavoro. Un legal thriller appassionante che conferma l’abilità narrativa dell’autore.

“Estrarre carbone è una faccenda sporca, lo è sempre stata”.