I tre giorni di Pompei
- Autore: Alberto Angela
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2014
Chi segue le edizioni televisive di Alberto Angela e ne apprezza, come me, il suo fluido narrare di epoche antiche, non può esimersi dal leggere questo libro, "I tre giorni di Pompei" (Rizzoli 2014): dietro una narrazione a mo’ di romanzo, cogliamo, quasi in soggettiva, le vicende che segnarono gli ultimi giorni della cittadina campana e di tutta la costa limitrofa.
L’autore infatti, a inizio libro, ci delinea, come memorandum, i personaggi e i ruoli che coloreranno queste pagine, aggiungendo chi sopravvivrà e chi no.
Una delle protagoniste, di questo interessante scorcio dell’autunno del ’79 d.c. (anche se alcuni sostengono una diversa collocazione temporale, in estate), è la nobildonna, dal raro nome di Rectina, una delle prime imprenditrici della storia!
“Sono occhi profondi e scuri, che brillano nell’ombra. Chiunque incroci il suo sguardo viene immediatamente attratto dall’insolito calore che emanano. Un calore mediterraneo, di una donna mediterranea. L’ovale perfetto del volto è incorniciato dai suoi capelli corvini. Sono così mossi da disegnare onde scure, nere come la notte, che lambiscono e s’infrangono sul candore del viso. Come le onde sulle spiagge campane dove è nata e vissuta.”
Accanto a lei, si muovono vari personaggi, nobili, schiavi, servi e liberti arricchiti, nonché nomi noti della storia, dall’ammiraglio Plinio il Vecchio, al nipote, Plinio il Giovane, involontario testimone e cronista della tragedia, anche per riabilitare la memoria dello zio dalle accuse di codardia.
Se in alcuni capitoli ci si sofferma, anche un po’ troppo, su usanze e abitudini dell’epoca, in altri si ha la fortuna di godere appieno di spaccati o aneddoti che solleticano e appagano la curiosità del lettore.
"Dentro la nicchia di un monumento funebre un uomo ha cercato, invano, un estremo rifugio. Il ritrovamento del suo scheletro darà il via a una leggenda molto diffusa nell’Ottocento che vede nei resti quelli di un legionario rimasto stoicamente al suo posto durante l’eruzione. Un aneddoto talmente popolare che verrà citato anche da Mark Twain quando in qualità di giornalista visiterà Pompei nel 1867.”
Da segnalare il capitolo che ci catapulta in atmosfere da "crime-story", su un omicidio a Ercolano, segreto e rimasto impunito sino agli scavi effettuati nell’Ottocento!
Concludo riportando quattro anonimi pentametri che esprimono appieno l’inesorabilità del destino che segnò la drammatica e repentina scomparsa di interi paesi!
“«Nulla può durare in eterno.
Il sole dopo aver brillato si rituffa nell’Oceano, decresce la luna che poco fa era piena. La furia dei venti sovente si tramuta in brezza leggera.»”
I tre giorni di pompei
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