I tre moschettieri
- Autore: Alexandre Dumas (padre)
- Genere: Classici
Il romanzo I tre moschettieri di Alexandre Dumas racconta le avventure del celebre guascone spadaccino D’Artagnan e dei suoi compari Portos, Athos e Aramis.
Francia, 1625. Mentre la Francia di Luigi XIII è in guerra e stringe d’assedio la roccaforte ugonotta di La Rochelle, il giovane D’Artagnan cerca fortuna a Parigi, con una lettera di presentazione del padre che gli permetterà di entrare al servizio delle guardie del re. E’ un giovane ardimentoso, un po’ ingenuo, ma coraggioso e abile spadaccino, doti che lo porteranno alla ricerca di grandi avventure e lo faranno cadere fra le intricate trame di corte, in una fitta tela di cortigianerie, menzogne, ambizioni e complotti che prevedono l’uso della forza, oltre che dell’astuzia.
Da subito, D’Artagnan si immischia in faccende che non lo riguardano, rischiando grosso, ma l’incontro (sempre fortuito e avventato) con i tre moschettieri gli permetterà di trovare degli amici e degli alleati.
Fonte d’ispirazione di decine e decine di film, questo classico, anche se a volte banalizzato da goffe trasposizioni, è ancora in grado di fare le gioie dei lettori.
Dumas ha una prosa brillante e una buona inventiva, riuscendo a descrivere gli eventi con abilità e, specialmente, creando dei grandi personaggi.
Oltre al protagonista, l’autore ha delineato delle figure straordinarie, da amare e odiare, ammirare, compiangere, tanto eccellenti quanto “vive”.
Portos, impetuoso ed estroverso, Aramis, pacato e raffinato, Athos, introverso, ma di grande animo.
I tre moschettieri, così diversi e pure tanto amici e uniti, permetteranno al giovane guascone di conquistare la cappa del moschettiere reale e, specialmente, di sopravvivere.
Il romanzo apre le porte per altri brevi racconti al suo interno.
Durante le avventure di D’Artagnan, vengono descritte in parallelo le birbanterie amorose di Portos, i continui ripensamenti di Aramis sulla decisione di prendere o no i voti religiosi, i segreti di Athos.
Anche gli antagonisti sono personaggi eccezionali, di uno spessore invidiabile e che molti lettori troveranno simpatici e profondi almeno quanto i protagonisti.
Il Cardinale Richilieu, ad esempio, è calcolatore, inflessibile, ma a modo suo, interessato nelle sorti del paese quanto i moschettieri.
Hanno gli stessi fini, anche se li perseguono in modi diversi e seguono principi opposti, tanto che il lettore si sente trascinato in questa disputa e si ritrova a parteggiare non sempre per D’Artagnan.
E poi c’è lady Winter, passionale, vendicativa, crudele e subdola, un personaggio tanto negativo quanto geniale a suo modo, un personaggio che darà problemi ai quattro moschettieri dall’inizio alla fine, fino al drammatico incontro finale.
I tre moschettieri è un romanzo che, anche se non può più sorprendere il lettore – tante sono state le innumerevoli trasposizioni che ne hanno smorzato la suspense – va comunque letto per poter godere di uno stile di scrittura semplice, ma ricco, con un intreccio ben calato nell’epoca in cui si svolgono i fatti.
Il romanzo originale va quindi letto per il suo stile impareggiabile, per i grandi personaggi rappresentati e, ovviamente, per riuscire a capire quanto intere generazioni di cinematografi hanno aggiunto e tolto dalla trama originale.
I tre moschettieri
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I tre moschettieri
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Ne sto ascoltando l’audiolibro in macchina durante i miei tragitti casa-lavoro. Troppo bello!
Letto da ragazzina è semplicemente magnifico.