Il Canto di Kalì di Dan Simmons

Anni ’70: Robert Luczak, giornalista americano, è incaricato di recarsi a Calcutta a scrivere un reportage sul misterioso poeta Das creduto morto ma tornato improvvisamente a scrivere. Luczack muove quindi verso la città indiana con la moglie Amrita e la piccolissima figlia Victoria. Amrita è indiana e parla correttamente il bengalese, per questo spera di aiutare il marito nel suo lavoro.
La città di Calcutta si rivela subito ai due coniugi terribile, misteriosa e pericolosa, proprio come li aveva avvertiti Abe Bronstein, direttore della piccola rivista “Other Voices” e amico di Luczack. Ad accoglierli in città è un personaggio sgradevole e viscido, Krishna, con il quale Luczack si trova costretto a interagire suo malgrado. È proprio Krishna che racconta all’americano lo spaventoso potere della dea Kalì. E mentre Luczack incontra esponenti della letteratura locale per raccogliere informazioni sul poeta Das, Krishna lo introduce alla misteriosa organizzazione dei Kapalika, i violentissimi seguaci della dea Kalì.
Accompagnato da Krishna, Luczack ascolta il terrificante racconto di un giovane iniziato alla confraternita e alla terribile prova che ha dovuto affrontare per entrare al servizio della dea. Una Calcutta ancora più macabra e orribile si mostra agli occhi dell’americano che da quel momento entrerà in prima persona nel vortice della violenza.
Tramite i Kapalika, il protagonista riesce a incontrare il poeta Das, ormai devastato dalla lebbra e che afferma di essere morto e risorto. La lucidità mentale dell’americano vacilla e i tentativi di aggrapparsi alla realtà tramite le persone “per bene” della società di Calcutta si scontrano con un muro di omertà. L’americano riceve dal poeta un suo manoscritto che lungi dall’aiutarlo a dissipare dubbi e paure lo fa piombare in una spirale di terrore. Come nelle migliori favole dell’orrore sembra incastrarlo dentro un oscuro incantesimo. Intanto la moglie Amrita conosce una bellissima donna indiana che guadagna la sua fiducia… fino al disastro finale.

Ne Il Canto di Kalì di Dan Simmons, Calcutta rappresenta un inferno che incatena coloro che si addentrano troppo nei suoi misteri.