Il circo della notte
- Autore: Erin Morgenstern
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2012
Edito da Rizzoli nel 2012, “Il circo della notte” è il romanzo d’esordio della giovane artista e scrittrice americana Erin Morgenstern. Acclamato dal pubblico dei libri “fantasy” ed apprezzato dai seguaci del filone di “Harry Potter”, questo romanzo ha stregato numerosi lettori e… non solo! La casa cinematografica Summit Entertainment, produttrice dei film “Twilight”, ne ha già acquistato i diritti per l’adattamento sul grande schermo, previsto per il 2014.
L’incipit è il seguente:
“Attesa. Il circo arriva inaspettato, nessun annuncio lo procede, niente volantini né affissioni o cartelloni, nessuna menzione sui giornali. Spunta così, semplicemente, dove ieri non c’era”.
“Le Cirque des Rêves” (“Il Circo dei Sogni”) si presenta proprio così, misteriosamente, mostrando da un giorno all’altro i suoi insoliti tendoni a righe bianche e nere ed il suo sfavillante falò di luce argentea all’ingresso. Gli spettatori entrano nel circo seguendo dei percorsi più o meno visibili che mutano con il loro passaggio. Gli spettacoli al suo interno sono molteplici e ogni tendone ospita un artista diverso: l’illusionista, la cartomante, la contorsionista e così via. Gli ambienti dei tendoni sono altrettanto variegati come il giardino di ghiaccio e il labirinto di nuvole. “Il circo della notte” appare subito diverso da ogni altri circo visto prima d’ora:
“La gente vede ciò che desidera. E nella maggior parte dei casi, ciò che le si dice di vedere”.
Un’altra particolarità di questo circo è l’orario degli spettacoli: gli artisti si esibiscono soltanto di notte, in quanto, come recita un cartello: “il cancello apre al crepuscolo e chiude all’aurora”.
Il vero segreto del circo è tuttavia un altro, in quanto oltre ad essere il palcoscenico di tanti personaggi, il circo è anche e soprattutto il campo di battaglia di due giovani illusionisti, Celia e Marco, che sin dalla loro infanzia sono stati istruiti ed addestrati per sfidarsi senza neppure inizialmente conoscersi. Il loro confronto altro non è che una scommessa dei loro rispettivi maestri, ignari dell’esito inaspettato che avrà la competizione.
Il romanzo della Morgenstern è piacevole e scorrevole, nonostante le 468 pagine della prima edizione Rizzoli. Tutte le vicende si svolgono in epoca tardo-vittoriana, dando la possibilità alla scrittrice di aggiungere ulteriore fascino ai costumi dei personaggi e alle città che ospitano il circo.
Non mancano nella trama alcune tinte “noir”, un po’ di suspense, dei risvolti romantici e passionali, e buffi episodi.
Il lettore è coinvolto e disorientato a più riprese: il narratore passa, infatti, in continuazione dal semplice spettatore a quello dell’artista e ciò è reso possibile dai tanti punti di vista da cui vengono narrate le vicende del circo. Oltre a Celia e Marco, molti altri personaggi vengono coinvolti dal vortice degli eventi come ad esempio Bailey, un ragazzo che si invaghisce di una giovanissima artista e decide di scappare di casa per inseguire il circo, o come il sig. Thiessen, l’ideatore del grande orologio appeso all’esterno del circo, che istituisce il club dei “rêveurs” (“i sognatori”) ossia gli spettatori più affezionati che si distinguono da una sciarpa rossa. La molteplicità dei punti di vista può creare un po’ di confusione all’inizio della lettura, ma ben presto si intuisce l’espediente creativo della Morgenstern.
Un plauso alla fantasia della giovane scrittrice.
Il circo della notte
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“Venghino, siori, venghino!” è l’espressione più scontata che la parola “circo” richiama alla nostra mente, insieme a un turbinio di pagliacci, bestie feroci e bambini chiassosi con in mano lecca lecca e zucchero filato. Il Circo della Notte, però, non è questo: è leggerezza, trasparenza, impalpabilità, sogno, malinconia, inquietudine, e, soprattutto, magia, magia vera. Nel Circo della Notte non si trovano le comuni attrazioni che caratterizzano tutti i circhi del mondo, ma foreste di ghiaccio, gattini ammaestrati, acrobati letteralmente sospesi nel vuoto, illusionisti i cui trucchi non è possibile penetrare. E’ un circo senza colori, nel quale il bianco e nero predomina, e non ha un solo tendone, ma tante tende all’apparenza più piccole, fra le quali il pubblico, stupito e imbambolato, si aggira gustando leccornie ricercate e introvabili altrove. Il Circo della Notte non viene annunciato da cartelloni patinati o strilloni: appare, semplicemente appare, e in poche ore la voce si diffonde creando lunghe file davanti ai cancelli. E ci sono anche i fans irriducibili, i “rȇveurs”, che seguono il circo quando è loro possibile e si distinguono dai semplici curiosi indossando un indumento rosso.
“Rȇveurs” significa “sognatori”, ed è proprio a loro che si rivolge questo affascinante e suadente romanzo, scritto quasi “in punta di penna”, in bilico tra fantasy e rosa, ambientato a fine Ottocento. Una storia misteriosa di illusionisti rivali, nel narrare la quale l’autrice sceglie, curiosamente, il presente indicativo, forse per creare un’atmosfera ancora più “sospesa” fra presente e passato, fra sogno e realtà, quasi staccandosi dall’epoca in cui il romanzo è ambientato. La scrittrice sembra quasi osservare gli eventi da dietro un vetro e sussurrarli all’orecchio del lettore, con una narrazione ovattata ma di ampio respiro, che fa perdere il senso del tempo e dello spazio per entrare nel sogno.
Le Cirque des Rȇves è nato da una sfida: quella tra Prospero ed Hector, i due migliori illusionisti che il mondo possa vantare, bravi a incantare il pubblico ma anche a nascondere la vera natura dei loro trucchi, la vera magia. Non si tratta della prima sfida tra i due maghi, ma stavolta il coinvolgimento è molto più alto che in precedenza: Prospero, infatti, sceglie come propria combattente Celia, la figlia avuta “inconsapevolmente” da un’amante di una notte, che ha presto lasciato questo mondo. Hector, invece, trova in un istituto per orfani il talento che cerca: Marco. I due bambini crescono senza conoscersi, seguendo il duro addestramento riservato a ciascuno di loro dal proprio insegnante. Una volta maturati i tempi, è per mezzo dell’impresario Chandresh che viene realizzato il “campo di battaglia”: un circo unico nel proprio genere, stupefacente e onirico. Nella sua realizzazione vengono coinvolti numerosi personaggi, i cui destini si sfiorano e si intrecciano, a volte molto pericolosamente. Ma l’incontro più pericoloso è quello fra Marco e Celia: pur se restano separati per la maggior parte del tempo, lei a lavorare nel circo come illusionista, lui a curarne la parte tecnico-amministrativa da casa, nessuno può impedire che l’amore si inserisca, prepotente, fra di loro, legandoli impietosamente e indissolubilmente. E’ la fine della sfida: ma è anche la fine del circo? Il lettore, impaziente di saperlo, scivolerà agilmente fino all’ultima pagina, scoprendo un finale non esattamente convenzionale, ma perfettamente in tema con il genere.