Il Commissario Botteghi e il Mago
- Autore: Diego Collaveri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Il quarto capitolo del commissario Botteghi si è fatto attendere un po’ più del solito, ma non ha certo tradito le mie aspettative, anzi. L’autore e la serie, che seguo sin dall’inizio, mi hanno ormai abituata che ogni storia è sempre completamente diversa dalla precedente, per questo quando ho letto il titolo, "Il Commissario Botteghi e il Mago", e il riassunto sul retro mi sono subito resa conto di trovarmi davanti a qualcosa di particolare.
Diego Collaveri, scrittore ormai solido e sicuro sia nella narrazione che nel genere, con uno stile evocativo come pochi, racconta della sua Livorno, impregnando le avventure del commissario Botteghi con il passato meno conosciuto della città, rendendola a pieno titolo l’altro vero protagonista delle storie.
A questo giro però, lo si capisce subito dalla quarta, non è un luogo il perno della nuova avventura di Botteghi, ma una figura dimenticata: un mago. L’attrazione scatta subito, perché mistero e magia sono due amanti molto coinvolgenti. Come nel "Segreto del Voltone", si parte nel passato, nel 1935, e subito incontriamo un uomo nella sua villa a Livorno, con lo sguardo perso verso il mare di notte. Bastano poche righe per innamorarci di lui senza nemmeno conoscerne il nome, Collaveri lo dipinge solo lasciandone filtrare l’anima nei gesti, nei pensieri. Ed ecco che, quando la curiosità è rapita da lui con la figlia e un oggetto misterioso, la storia vira brutalmente ai giorni nostri, durante una burrasca che si accanisce contro la città. Immagini potenti, che appunto evocano la forza di quel Libeccio e della spuma delle onde “sputata” sui palazzi di fronte al mare. Qui arriva il nostro commissario, un tipo che abbiamo imparato col tempo ad amare.
Il cadavere di un notaio è stato trovato nella villa d’epoca che fu di Wetryk, un famoso mago conosciuto in tutto il mondo all’inizio del secolo scorso, ma il cui nome è andato perduto nel tempo. L’intreccio investigativo parte dall’asta per la vendita della casa (priva ormai di eredi/proprietari leggittimi) gestita appunto dallo studio del notaio assassinato. Le offerte per l’acquisto, guarda caso, sono di tre personaggi del mondo dell’illusionismo, ma l’operazione è bloccata poiché un presunto erede, dal dubbio passato, cerca di far valere i suoi diritti.
Il romanzo si snoda su tre livelli: l’indagine, la storia di Wetryk e la vita personale di Botteghi, di cui vedremo risvolti molto interessanti, oltre ad addentrarci tra le sue paure e lo spettro più grande (la morte della moglie). Ma il vero plus della storia è proprio lui: Wetryk, la cui figura aleggia in ogni pagina; sarà proprio la sua storia che Botteghi dovrà decriptare per smascherare l’assassino e accidenti se non è interessante, soprattutto il suo inspiegabile ritiro all’apice del successo mondiale alla nascita della figlia o il suo trionfale ritorno sulle scene purtroppo mai avvenuto per la prematura scomparsa. Nella prima metà del libro Collaveri dissemina con maestria i pezzi sulla scacchiera (per citare il gioco tanto amato da Wetryk) per poi sorprenderci. Ricordate l’oggetto misterioso all’inizio?
Non aggiungo altro; non solo perché rischio spoiler sull’indagine, ma anche perché la seconda parte mi ha trascinata senza fiato in un finale talmente inaspettato e coinvolgente che (confesso) non sono riuscita a trattenere una lacrima. Un’emozione potente, come la voce di Whitney Houston che canta The Greatest Love of All (leggendo capirete); solo un autore davvero bravo poteva riuscire nella magia di toccare le corde più profonde dell’anima attraverso un’indagine così intricata e senza smarrire per un attimo il tono del noir. A Collaveri chapeau anche solo per aver restituito al grande pubblico, se pur in una storia di fantasia, un grande personaggio come Wetryk, il cui nome io non dimenticherò.
Il commissario Botteghi e il mago: L'ultima illusione di Wetryk
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