Il Mostro e altre storie
- Autore: Agota Kristof
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2019
Quattro stazioni su traiettoria apocalittica. Quattro tratteggi della fine del mondo prossima ventura ma che forse è qui e ora. Così vanno accolte le pièce di Agota Kristof contenute in Il Mostro e altre storie (Edizioni Casagrande, 2019, traduzione di Marco Lodoli), scritture teatrali in forma esatta e contenuto parabolico: l’ucronia che collima con squarci di narrativa civile.
L’autrice di Trilogia della città di K che affronta la fantascienza sociale di Ballard e l’allucinazione socio-politica del Saramago di Cecità. Il Mostro e altre storie è un libro fascinoso e cupo (fascinoso proprio in virtù di una cupezza con pochi edulcoranti), dove l’idea portante è quella di un’umanità alienata da una brutalità sterile, da una mancanza di senso che la rende immemore; cieca persino di fronte all’evidente degenerare delle cose.
Si vede nell’apologo urticante de Il Mostro, speso sul doppio crinale della violenza subdola del Potere e quello della violenza spesso indiscriminata con cui si tenta di affrontarlo. Si vede nell’incubo de La strada dove in esterni di cemento senza fine, macchiette di struttura beckettiana si avvicendano in un errare a vuoto che non prevede dove e nemmeno perché. In uno scenario borderline, incistato tra post-apocalittico e teatro dell’assurdo, L’epidemia racconta, dal canto suo, di un virus che induce le persone al suicidio, e pompieri tuttofare dall’inquietante sentore bradburyano (Farenheit 451), di psichiatri che ormai si chiamano persuasori, e revenant che a una vita deprivata persino nel gesto di violenza avrebbero probabilmente scelto di restarsene morti.
Come se non bastasse, il Male che dentro metafora ha permeato di sé i racconti precedenti, getta la maschera, nel realistico L’espiazione in cui la brutalità si rintraccia a sorpresa persino nell’animus apparentemente puro di un artista. Come annota Marco Lodoli che di questo volume cura benissimo traduzione e introduzione:
[…] Dunque non c’è speranza? Davvero Kristof concepisce l’esistenza come fabbrica insensata di dolore? Il Male è qui e noi lo nutriamo, lo trasmettiamo, lo adoriamo.? Per fortuna c’è ancora qualche cuore nobile che resiste e si oppone, qualche granello di sabbia nell’atroce ingranaggio. In ognuna di queste opere teatrali si alza la voce semplice e chiara della dissidenza.
La riflessione introduce un ennesimo valore aggiunto a un libro d’autore, oltraggioso (persino nell’ironia) e coraggioso. Da leggere assolutamente.
Il mostro e altre storie
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