Il Paese che amo
- Autore: Simone Sarasso
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2014
Ljuba Marekovna è soltanto una ragazza cresciuta nei bassifondi di Cracovia, ma è destinata a diventare la Regina della TV privata, una spia senza cuore al soldo del partito comunista e molto altro ancora... Tito Cobra è il primo presidente del consiglio socialista della storia e ha il suo bel da fare a tenere in riga lo Stivale. Andrea Sterling, l’Uomo Nero dei servizi segreti, rischia di smarrire il proprio posto nel mondo dopo il crollo del Muro di Berlino. Salvo Riccadonna detto Dracula, il fiore all’occhiello di Cosa Nostra, è pronto per la mattanza che farà crollare la Cupola. Domenico Incatenato, giudice inflessibile e padre amorevole, si prepara a dar fuoco alla miccia che farà deflagrare il sistema dei partiti e raderà al suolo la prima repubblica. Sul palcoscenico d’un Italia corrotta e malandata sventola un tricolore fatto a pezzi, mentre i protagonisti lottano all’ultimo sangue tra le ultime propaggini della Guerra Fredda e l’alba del mondo nuovo. Sullo sfondo, gli anni rampanti dello yuppismo e del malaffare di Stato, delle bombe di mafia e delle mazzette: un Paese sull’orlo del precipizio, con le mani imbrattate di sangue e le tasche piene di soldi sporchi. L’Italia, il Paese che amo. (Note di copertina)
Il Paese che amo è l’ultimo titolo della Trilogia Sporca dell’Italia che Simone Sarasso ci ha regalato negli anni insieme con Confine di Stato e Settanta.
Nel romanzo ritroviamo finzione, ma non solo: c’è, purtroppo, tanta storia vera, accaduta, registrata, tanta verità di un’Italia mortificata in cui ciascuno fa o ha fatto il proprio gioco, ma in cui c’è stato, c’è e ci sarà sempre chi è avvezzo a fare il gioco delle tre carte.
Quale lettore non ha intravisto tra le pagine del romanzo un Bettino Craxi? Ci sono pezzi di tanti personaggi: Ilona Staller (Cicciolina), Moana Pozzi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il Grande Manovratore, Giulio Andreotti, l’uomo che ci ha fatto sognare, Antonio Di Pietro.
E poi ci sono tanti altri, riconducibili o meno a personaggi vari: Silvio e tanti suoi compagni, Zio Totò e gli amici suoi, Matteo e le sue brattee.
Il Paese che amo è un ottimo e bel romanzo senza alcun dubbio. Partorirlo non è stato sicuramente cosa facile ma è riuscito abbastanza bene, quindi non è il caso di perderci troppo tempo sopra elogiandolo più di tanto, poiché si celebra da sé. È invece il caso di rimandare il lettore al piacere di gustarselo.
Secondo me, è necessario piuttosto soffermarsi su alcuni limiti del libro, se così li vogliamo chiamare, affinché l’autore o altri ne possano trarre profitto. Potremmo citare la poca chiarezza di alcune espressioni, di alcuni periodi, dando per scontato che il lettore conosca tutto, fatti e circostanze per esempio, oppure le innumerevoli frasi in lingua non italiana, come se tutti conoscessero le lingue straniere. Il lettore non può, e non deve, stare con accanto una serie di dizionari che lo aiutino a capire ciò che sta leggendo, né può tenere in una mano il libro e con l’altra digitare sulla tastiera del computer alla ricerca di chiarimenti. Purtroppo è ormai consuetudine, tra gli scrittori, l’utilizzo d’interi periodi in lingua straniera, come pure l’uso di nuovi vocaboli della parlata tra le giovani generazioni, che non sempre riescono comprensibili al lettore.
Altra cosa che non possiamo fare a meno di evidenziare è l’abuso di un linguaggio spesso licenzioso, che sicuramente non aggiunge nulla di nuovo, di gratificante e di originale al libro.
In ultima analisi non posso non ripetere, se ce ne fosse ancora una volta bisogno, che Il Paese che amo è uno dei migliori libri usciti negli ultimi anni.
Il Paese che amo (Trilogia sporca dell’Italia Vol. 3)
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Paese che amo
Lascia il tuo commento