Il Postale
- Autore: Vincenzo Pardini
- Casa editrice: Fandango Libri
- Anno di pubblicazione: 2012
Fine ottocento: Liberio Fraterni guida un postale che due volte al giorno, solo nei giorni feriali, parte dalla Valle del Serchio per giungere a Lucca. Un giorno al mercato degli equini di Borgo a Mozzano, Liberio incontra tre venditori sconosciuti che lo convincono ad acquistare un cavallo, nero come la notte, dal nome Balio, proprio come l’immortale cavallo di Achille. Balio da subito si dimostra un animale particolare: instancabile e velocissimo nelle strade delle vallate tanto che “le zampe diventano invisibili” e una volta nella stalla irrequieto e ribelle da scalciare sempre e distruggere recinti e palizzate. Tra Liberio e Balio nasce un’intesa profonda e unica. Il vetturino viene più volte salvato dalla morte grazie alla prontezza e alla velocità del destriero (con dei calci impetuosi Balio atterra tre briganti incontrati un giorno al Ponte Rivangero e senza fermarsi mai cavalcando, solo come lui sa fare, porta Liberio sano e salvo alla sua cascina dopo la piena del Serchio che aveva inondato quasi tutta la vallata) che a sua volta accetta di essere strigliato e accarezzato solo dal suo padrone. La simbiosi che unisce l’uomo al cavallo è tale che l’intera famiglia Fraterni ne riceve dei benefici.
Spinto dalla moglie Altea, incinta da pochi mesi, e aiutato dal padre, Liberio apre una stazione di posta che migliora di molto la aua situazione economica. Balio, d’altronde, fa da solo il lavoro di quattro bestie, che possono essere messe così a disposizione per i cambi delle altre diligenze. Tra i passeggeri il lungo e avverso percorso troviamo Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli, la beata Elena Guerra, Gemma Galgani, proclamata in seguito santa. A causa del figlio Amilcare, ragazzino ribelle che fugge da casa prendendo il treno e una volta diventato maggiorenne si arruola volontario alla Prima Guerra Mondiale, Liberio, mandato in pensione anzitempo, insieme al suo compagno di sempre Balio, è costretto a percorrere strade diverse. Le più dolorose, quelle sul fronte di guerra da attraversare per riportare a casa il figlio invalidato nel corpo e nell’animo, e su queste che Liberio incontra Vittorio Emanuele III, il generale Cadorna, Gabriele D’Annunzio, il comandante Francesco Baracca (il barone rosso della nostra aviazione). Finita la guerra Amilcare si iscrive al partito fascista e una serie di problemi economici colpiscono Liberio e Altea che amaramente prendono atto che nulla sarà più come prima. Balio fugge terrorizzato durante il terremoto e non ritornerà ma più, Liberio, come un fantasma solitario, sa di non avere più un futuro e come uno spettatore inerme guarda alla nascita del Partito Popolare, al diffondersi delle idee socialiste e comuniste e all’avvento del fascismo, come qualcosa che non gli appartiene. Siamo 1920 le locomotive hanno rimpiazzato le diligenze, un’epoca è finita.
Con “Il postale” (Fandango 2012) Vincenzo Pardini, scrittore e giornalista, ci offre un affresco della vita quotidiana della sua Toscana, narrato con grande amore e tratteggia in maniera efficace un periodo di grande cambiamento della storia Italiana, ma il messaggio più intenso di questo romanzo/fiaba è la profonda unione che lega Liberio a Balio.
Il postale
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