Il Principe Rosso
- Autore: Qiu Xiaolong
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2016
Chen Cao fa carriera, da ispettore capo a direttore di niente
Niente più “casi speciali” per Chen Cao, è stato promosso, così almeno sembra, nel nono titolo, “Il Principe Rosso”, il nuovo giallo di Qiu Xiaolong da poco pubblicato nelle Farfalle Marsilio (traduzione di Fabio Zucchella, 378 pagine 18,50 euro).
È arrivata una comunicazione senza preavviso: sollevato dagli incarichi di ispettore capo del Dipartimento di Polizia di Shanghai, è stato nominato direttore del Comitato per la riforma del sistema legale.
Quello che potrebbe avere l’apparenza di un avanzamento di carriera, con responsabilità maggiori, tanto che gli vale la conferma nominale nel rango gerarchico di vicesegretario della cellula di Partito, ha tutta l’aria invece del solito espediente nella politica cinese, una retrocessione mascherata da promozione. Non attribuisce in realtà nessun potere reale. Quel comitato è tutt’al più decorativo: qualche rapporto da stendere, un paio di proposte da presentare, ma gli interessi del Partito prevalgono sul sistema legale, c’è poco da riformare, perciò.
Un incarico privo di contenuti, una nomina che vuole rassicurare l’opinione pubblica in un periodo in cui mantenere la stabilità è prioritario per la politica. È stimato come un poliziotto onesto e capace, un improvviso allontanamento dagli incarichi così ben svolti avrebbe potuto scatenare congetture.
Chen, per conto suo, non ritiene di rappresentare una minaccia per i superiori, tuttavia riscontra un’insolita urgenza nel metterlo in disparte. A chi serve la sua rimozione? Solo a pensarlo, gli viene il mal di testa. Non sa ancora che la sua testa è sul punto di saltare, nel senso che la sua reputazione di funzionario pubblico inappuntabile e incorruttibile è minacciata da uno scandalo a sfondo sessuale. Gli stanno per tendere un agguato.
In qualità di traduttore in cinese delle poesie di Thomas Stern Eliot (Cao è poliedrico, è anche un poeta, come vedremo), sarà tra i presentatori del libro che le raccoglie. La manifestazione si svolge in un famoso night club – cosa insolita e singolare – il “Mondo Celestiale”, affollato per l’occasione da ragazze vestite da gatte, poco vestite, più che altro.
Alla fine del convegno, mentre tutti gli intervenuti vanno via dal locale, Chen riesce solo a stento a sottrarsi dalle premure insistenti di due “gattine”. Uscito da un privè per rispondere alla mamma (all’interno il cellulare non prendeva) si accorge dell’arrivo di numerosi poliziotti, agenti della Buoncostume, vestiti di nero. Ha tutta l’aria di un’irruzione. Per sorprendere chi e in quale situazione?
L’ex ispettore capo è certo d’essere stato l’unico obiettivo dell’azione fallita, che lo avrebbe di fatto travolto, sebbene innocente.
Mentre risuonano di nuovo le vecchie canzoni degli anni della Rivoluzione Culturale – che ricordano a Chen quando il padre intellettuale veniva sbeffeggiato in pubblico dalle Guardie Rosse – la democrazia e la libertà in Cina sembrano perdere ancora più colpi. La politica prevale su tutto. Il Paese si segnala per alcune pesanti opacità a livello dirigenziale e per l’onnipotenza di un Partito padrone, anche se alla fine si tratta pur sempre di un apparato che fa capo a singole persone potenti. È una fotografia della realtà politica cinese attuale, non a caso la trama si ispira allo scandalo Bo Xilai, che di recente ha scosso la sonnacchiosa Tigre d’Oriente.
Dunque, si tenta di screditare Chen e se non basta la reputazione, sarà la sua vita a dover temere. Entra in ballo un caso di corruzione, riguarda un Principe Rosso: impossibile spingerlo a fare i conti con la giustizia, è un capo del partito che incarna l’ambizione, l’avidità e la corruzione dilaganti nella nuova Cina.
Col romanzo, verrà regalato ai lettori un libretto di 122 pagine, “Le poesie dell’ispettore Chen”, scritte o incontrate nel corso delle indagini da intellettuale prestato al servizio di polizia. La poesia lo ha sempre aiutato a venire a risolvere i delitti e a far convivere il suo rigore morale e la fiducia nel primato della legge con i compromessi ai quali è costretto, da componente del Partito.
Il sistema non ha posto per un poliziotto che mette la giustizia al di sopra degli interessi di partito.
È un miracolo che sia sopravvissuto tanto a lungo in quella tana di vipere.
Qiu Xiaolong è scrittore e traduttore. Nato a Shanghai, vive dal 1989 negli Stati Uniti. Insegna letteratura cinese nell’università di Saint Louis.
Il Principe Rosso
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