Il Punto di Svista di Dario Lessa

Riccardo Montana, a trattai alter ego di Dario Lessa, scrittore, attore per caso, amante della vita, della gioia delle piccole cose e dell’amore, si racconta in Il punto di Svista, come chi non ha tempo da perdere, tutto d’un fiato, un uomo che deve dirla tutta! Prima che accada qualcosa che lo impedisca… perché tra una divagazione, una riflessione filosofica, una battuta ironica, ha un messaggio importante da dare. Eppure nella rapidità delle sue elucubrazioni spesso il tempo si ferma, davanti al mare o seduti a una tavola imbandita di cibi buoni, vini e amici. Davanti a Luna.

Tra presentazioni, impegni professionali e serate beverecce, è un uomo che non disdegna il rapporto intimo che nel tempo è riuscito a costruire con se stesso, sempre accompagnato da una salvifica ironia, perché se c’è una cosa che è riuscito a raggiungere, oltre al successo, è la capacità di interpretare la vita, tra passato e presente, con un divertente distacco. Sì proprio come fa il destino nei confronti degli umani, osservandoli dall’alto. Riccardo, infatti, mentre si racconta al presente è come se si osservasse dall’alto, è fuori da tutto eppure è dentro a tutto questo, dentro il lavoro, dentro l’amore per la moglie Luna, dentro le cose che sceglie di fare per non perdere il contatto con la vita, quella vera: una vacanza rubata, una cena dall’epilogo imprevedibile, una serata a guardare la serie tv di turno, le letture dei suoi autori preferiti, una birra gelata. E sogni tirati fuori dal cassetto.
Ma chi sale le scale del successo, nel modo così scanzonato come fa lui, non può non avere un ritorno di invidia e avversione, soprattutto al giorno d’oggi quando l’odio scorre virtuale, ma mica tanto, nella rete e raggiunge il suo obiettivo attraverso le numerose vie dell’etere…

Un racconto fluido e divertente, zeppo di parole e riflessioni come è solito fare l’autore, ma questa volta a sfondo noir, condito da un intingolo di divertimento e poesia, e un finale che spiazza… Parole che si dipanano come flusso di una coscienza che divora la vita a morsi. Perché in effetti la vita è un morso, ma in quel morso occorre saper cogliere ogni sfumatura, colori, odori, sapori, emozioni, e Riccardo Montana sembra saperlo fare molto bene.
Un inno alla vita, insomma, e se il grande Tolstoj con “La morte di Ivan Il’ic” lo celebra con il racconto del non vissuto del suo personaggio, Dario Lessa lo fa attraverso un percorso inverso, ossia attraverso la passione che il suo strampalato personaggio nutre per la vita stessa. Punti di vista, potremmo dire, anzi meglio ancora Punti di Svista.