Il Regno di Emmanuel Carrère

Emmanuel Carrère, tre anni dopo aver scritto uno dei suoi libri più famosi, Limonov (Adelphi, 2012), arriva in Italia con una saggio atipico, un’opera che si distacca di molto dai temi delle sue solite produzioni.
Il Regno (Adelphi, 2016, traduzione di Francesco Bergamasco) non ha come protagonisti personaggi sconosciuti, ma uomini che hanno scritto le fondamenta della nostra cultura occidentale. Carrère decide di raccontare la genesi del Nuovo Testamento narrando la storia delle persone che hanno inventato la chiesa cristiana, con degli occhi perennemente critici, senza mai aver paura di doversi misurare con evangelisti che hanno cambiato la nostra percezione del mondo.

L’importanza di quest’opera, e la differenza da qualsiasi altro libro che tratti lo stesso tema, è la presenza del narratore che si sporca perennemente le mani. Carrère sembra scrivere un’autobiografia, come fa ormai da anni nei suoi testi, raccontando la storia di persone che hanno creato le fondamenta del cristianesimo, dettando alcuni dogmi e regole di una delle religioni con più fedeli al mondo.
Lo scrittore francese, classe 1957, inizia il suo saggio parlando semplicemente di sé stesso, descrivendo, abbastanza dettagliatamente, il suo lungo periodo da cristiano, il suo rapporto con la religione, la sua conversione, il suo legame con la fede, fino ad arrivare al suo inesorabile declino.
Carrère si descrive dicendo:

“Sono diventato quello che avevo tanta paura di diventare, Uno scettico. Un agnostico – nemmeno abbastanza credente da essere ateo. Un uomo che pensa che il contrario della verità non sia la menzogna ma la certezza.”

Con questa premessa narra la storia dell’apostolo Paolo e dell’evangelista Luca, due uomini che hanno fondato il cristianesimo seguendo il tracciato del loro maestro Gesù. Partendo nel 50 d.C. in Grecia, passando nel 58 d.C. in Giudea per arrivare a Roma nel 60 d.C., raccontando una storia interessantissima piena di personaggi straordinari come: Seneca, Nerone e Timoteo.

Il Regno è un lungo viaggio che porta con sé molte speculazione filosofiche, molte analisi che mettono in risalto le varie, ed inevitabili, contraddizioni di un testo antico come il Vangelo, nato da uomini che, la maggior parte delle volte, non hanno mai avuto contatti diretti con il Profeta cristiano, ma che, insieme a un folto numero di fedeli, hanno dato inizio al racconto del Regno di Dio.
Emmanuel Carrère, senza peli sulla lingua, mette in scena esseri umani reali, personaggi che, esattamente come lui, sono pieni di difetti e di dubbi.
L’idea di raccontare questa storia nasce solamente da vari quaderni che l’autore francese scrisse durante la lettura della Bibbia.
Carrère non si nasconde e mette, nero sul bianco, delle frasi cariche di significato, come:

“Ti ho abbandonato, Signore. Tu non abbandonarmi”.

E, in questa maniera, ci apre le porte verso la nascita del Regno di Dio.