Il Signore dei lupi
- Autore: Alexandre Dumas (padre)
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
Vi piacerebbe avere il potere di far del male a chiunque vogliate con la sola forza del pensiero? Pensate un po’: vendicarvi con mariti, mogli, fidanzate, amanti infedeli; con colleghi arrivisti, untuosi, falsi come una banconota da tre euro; con il vicino di casa chiassoso, maleducato e arrogante; oppure con il socio in affari dalle spalle tonde e sleale. Magari senza arrivare a volerne la morte - no, non esageriamo! - però procurando problemi e - perché no - qualche danno. E per ottenere questi poteri che cosa sareste disposti a fare? Scendereste a patti con il diavolo? Il protagonista di questo breve romanzo, Thibault, non ci pensa due volte e accetta.
La trama è ambientata nelle campagne francesi prima della Rivoluzione, in un luogo dove domina il barone Jean de Vez, grande appassionato di caccia. Thibault è immerso nel suo lavoro di umile ma abilissimo zoccolaio, abita in una povera ma dignitosa casetta: un tenore di vita modesto, essenziale, ritmi quotidiani laboriosi e monotoni, ma pur sempre un’esistenza tranquilla. Tuttavia, l’insoddisfazione pian piano si fa sempre più forte: Thibault monta dentro di sé sentimenti di rancore, frustrazione, invidia per chi ha avuto più fortuna di lui.
Un giorno gli si manifesta davanti Satana, sotto le sembianze di un enorme lupo nero, per proporgli un patto: il potere di vendicarsi sul prossimo in cambio di un capello - che diventererà rosso e indistruttibile - per ogni pensiero malevole soddisfatto.
Troppo forte la tentazione per non accettare: da quel momento avrà la possibilità di riscattare il livore e l’astio repressi da una vita. Inizieranno così una serie di avventure - e disavventure - che stravolgeranno le giornate del maestro zoccolaio. I suoi malefici intenti si realizzeranno all’istante, uno dietro l’altro. Egli cercherà anche l’amore di una giovane ragazza, senza però fortuna. Arriverà poi a circondarsi di un branco di lupi che, come un piccolo esercito ai suoi ordini, lo scorterà ovunque, diventandone appunto l’incontrastato signore.
Ben presto la capigliatura di Thibault diventerà quasi completamente rosso fuoco, il colore dell’inferno, marchiandolo davanti agli occhi di tutti come un dannato, trasformandolo a propria volta in un lupo mannaro da braccare e uccidere.
Pentitosi di aver venduto l’anima al demonio e desideroso di tornare ad essere la persona semplice e umile di prima, proverà a rompere quel maledetto patto. Ma il diavolo, come è noto, non permette certo passi indietro...
Metafora sull’insondabile e fascinosa dimensione del Male, questo breve romanzo di Dumas padre viene riproposto in libreria dalla Piano B Edizioni, dopo essere caduto non si sa perché nel dimenticatoio.
L’intreccio, tra il romanzo nero e l’horror, intriga subito il lettore: non trovi mezza pagina, infatti, dove la tensione narrativa si sgonfi. Quando poi ti ritrovi assorto nel racconto delle inquietudini interiori di questo povero disgraziato di Thibault - combattuto fra il potere inebriante di disporre degli altrui destini e la nostalgia di un ritorno ad una vita semplice e serena -, ti rendi conto di che cosa significhi chiamarsi Alexandre Dumas e appartenere all’olimpo della letteratura europea.
Il signore dei lupi
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