Il Vangelo di Giuda
- Autore: R. Kasser, M. Meyer, G. Wurst
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2006
Il Vangelo di Giuda (traduzione di E. Lavagno. Curatori: R. Kasser, M. Meyer, G. Wurst. Editore White Star, pp. 174, 2006) alla sua uscita ha destato molto interesse a livello mondiale, ma presto non se n’è più sentito parlare.
La riprovazione e la condanna del Vaticano di una tesi eretica, affine allo gnosticismo dualista, secondo il quale bisogna superare e staccarsi dall’elemento materiale, “cattivo”, innalzarsi nel mondo spirituale, ha avuto senza dubbio un peso nel creare il silenzio su un testo controverso.
In sostanza Giuda nell’apocrifo scoperto negli anni Settanta nel Medio Egitto è presentato non come l’infame traditore ma come l’eroe, il discepolo più evoluto a cui Gesù confida i segreti della vita e assegna il compito di consegnarlo al Sinedrio, ai Romani, per essere condannato e ucciso, così da essere libero dalla prigione del corpo. Gli altri undici apostoli in più punti vengono derisi, considerati incapaci di comprendere il vero supremo Dio Padre, che non è JHWH dell’Antico Testamento.
Già Ireneo di Lione, esponente di rilievo della Grande Chiesa, nel secondo secolo d. C. conosceva questo apocrifo, e dichiarava:
Gli gnostici cainiti dicono che [...] Giuda fu l’unico tra tutti i discepoli ad avere la conoscenza della verità, e che compì per questo il mistero del tradimento. [...] Essi presentano un’opera costruita in questo senso cui danno il nome di Vangelo di Giuda.
Le dispute teologiche erano diventate feroci e si creavano centri di potere. Quando i cristiani vennero riconosciuti da Costantino (IV sec. d. C.) nacque la chiesa di stato; le gerarchie ecclesiastiche cominciarono a perseguitare i dissidenti, specie Ario. Nel tempo le contrapposizioni divennero roghi, e questa è storia.
Va ricordato il bel racconto di Borges, Tre ipotesi su Giuda, contenuto nel suo volume Finzioni: qui Gesù assume su di sé tutto il male nelle sue multiformi manifestazioni, anche le più infime; per questo lo scrittore argentino afferma che il Signore: "fu Giuda", creando una fantastica identificazione, che può dar ragione al testo ritrovato. Borges si pone al di sopra di ogni faziosità e moralismo convenzionale.
Nel Vangelo di Giuda la fine di quest’ultimo diverge dal racconto che ne fa Matteo. Giuda non si impicca ma viene assunto in cielo, avvolto da una nube, come accade a Gesù durante la scena della trasfigurazione.
Ecco le parole del papiro:
"E quelli a terra udirono una voce venire dalla nube che diceva".
Segue una lacuna, il testo è molto danneggiato e fragile. Ricopia Marco 9,7, in cui leggiamo:
Dalla nube uscì una voce che diceva: "Questo è il mio figlio diletto. Ascoltatelo.
Riguardo a Giuda, non dimentichiamo il libro magnifico di Giuseppe Berto, La Gloria, che sostiene l’amore dell’apostolo per Gesù, ma lo vede come capo politico e militare, liberatore di Israele dal giogo romano. Non essendo accontentato in ciò, deluso, lo consegna al nemico.
Quanti volti ha Giuda, non soltanto quello dell’esecrabile e miserabile voltagabbana.
È interessante includere anche la testimonianza di questo Vangelo nelle proprie meditazioni.
Lo gnosticismo esclude ogni conoscenza dettata dall’organizzazione chiesastica, promuove un cammino individuale dove contano l’esperienza, l’ascesa verso Dio senza altre interferenze umane. È drastico nell’abbandono dei beni e valori terreni, punta soltanto al cielo.
Anche nei quattro Vangeli canonici possiamo trovare questa posizione, lì dove Gesù esorta alla sua sequela, ad abbandonare anche padre e padre per seguirlo (Mt.10, 37-42).
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