Il Visconte di Bragelonne
- Autore: Alexandre Dumas (padre)
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2012
Ultimo romanzo della cosiddetta Trilogia dei moschettieri, “Il Visconte di Bragelonne”, vero capolavoro e degno figlio del genio di Alexandre Dumas padre, è probabilmente dei tre il più bello, il più ricco dal punto di vista narrativo, quello che forse più cattura l’attenzione e il cuore del lettore, tutto teso a conoscere il destino finale dei quattro eroi. Forse infelice è soltanto la scelta del titolo, “Il Visconte di Bragelonne” è Raul, il figlio di Athos, ma per il resto - trama, descrizione dei personaggi, ambientazione storica, dialoghi - il romanzo merita a pieno titolo di essere ricompreso fra i grandi classici.
Con una narrazione potente e una trama fitta e ricca di colpi di scena, Alexandre Dumas padre ci porta nella Parigi dorata del giovane Luigi XIV, dove attorno all’astro nascente del bel Re non si muove soltanto la sua Corte - fatta di ministri compiacenti, giovani arrivisti e dame adoranti - ma si svolge e si conclude l’epopea dei quattro più celebri ed amati eroi della letteratura mondiale: Athos, Aramis, Porthos e D’Artagnan. I quattro, già protagonisti di indimenticabili avventure, sono oramai in là con gli anni e hanno abbandonato la carriera di moschettieri per dedicarsi chi alle proprie passioni chi al riposo e alla famiglia. Tutti, tranne D’Artagnan, dei quattro il più giovane, che ritroviamo Capitano della guardia reale, ma che più volte nel corso del romanzo, si troverà in contrasto con il giovane Re.
In realtà nessuno dei protagonisti può vivere lontano dall’avventura, quasi come se il riposo non fosse concesso ai quattro eroi, se non dopo la morte. Coinvolti dagli intrighi politici che ruotano intorno alla figura di Luigi XIV, i quattro eroi, inizialmente divisi, si ritroveranno più volte - D’Artagnan e Athos perfino in Inghilterra, dove opereranno per il ritorno al trono del legittimo Sovrano - fino all’epilogo drammatico, che vedrà la morte epica di Porthos, quella triste e rassegnata di Athos, quella quasi attesa di D’Artagnan e la scomparsa amara di Aramis.
Su uno scenario dove le passioni umane si alternano senza sosta, lo spirito appare quello di sempre: quello eroico ed altruista dell’Uno per tutti, tutti per uno; i caratteri sono quelli di sempre, tratteggiati a meraviglia dalla penna di Alexandre Dumas padre, quasi stessimo incontrando dei vecchi amici fra quelle pagine: Athos, riflessivo; Porthos, allegro e generoso; Aramis, furbo; D’Artagnan, audace e appassionato, ma su tutto incombe un’ovvia e giusta sensazione di stanchezza, i moschettieri oramai sono vecchi, il loro tempo è trascorso ed il lettore sa che sta per assistere alla loro fine. Ma fra tutte l’avventura più pazzesca in cui i vecchi moschettieri si vedono coinvolti è quella che li porterà ad incontrare un personaggio misterioso, che Aramis e Porthos tenteranno di mettere sul trono al posto del Re: l’uomo con la maschera di ferro. Detenuto dall’identità sconosciuta, nel romanzo appare nientemeno come fratello del Re, condannato a vivere nascosto e con una maschera sul viso per celare l’incredibile somiglianza con Luigi, del quale può insediare il potere. Il tentativo dei moschettieri non andrà in porto, ma basterà per consegnare ai lettori l’immagine di un uomo il cui mistero ne sancirà la consacrazione a leggenda, e che, unitamente al valore indubbio de “Il Visconte di Bragelonne”, confermerà il genio immortale di Alexandre Dumas padre.
Il visconte di Bragelonne
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