Il bambino che sognava la fine del mondo
- Autore: Antonio Scurati
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2009
Finalista per il Premio Strega 2009
Antonio Scurati ha la capacità di narrare, nei suoi numerosi romanzi, soprattutto ne Il sopravvissuto, fatti di attualità o avvenimenti della cronaca incutendo nel lettore un senso di inquietudine, di insicurezza, spesso di angoscia vera e propria. Anche in questo ultimo libro, con cui l’autore si è autocandidato al premio Strega, ritroviamo un collage di episodi della recente cronaca nera, delitti efferati, violenze su minori, riti satanici finiti nel sangue, che hanno occupato negli anni recenti intere pagine di quotidiani e interminabili talk show televisivi. Da tutto questo scottante materiale, Scurati ha tratto un romanzo che si rivela una critica radicale, sferzante alla società della comunicazione dalla quale tutti noi, veramente tutti, siamo manipolati.
Ecco dunque la città di Bergamo, metafora di ogni città italiana della ricca provincia del nord, entrare in un incubo senza fine dopo che una bambina di cinque anni, secondo la denuncia della madre, sarebbe stata oggetto di violenza a scuola, con la complicità di due maestre italiane e una nigeriana, e portata clandestinamente nel seminario maggiore della città dove preti pedofili avrebbero abusato della piccola; subito altri genitori condizionati dall’orrore della denuncia si associano confermando che anche i loro bambini hanno subito la stessa sorte. La città diventa il luogo del Maligno, decine di giornalisti si accampano nel bar della piazza cittadina in attesa dello scoop, le tv locali e non solo si gettano sulla vicenda come avvoltoi affamati della fragilità di un gruppo di bambini. Scurati, l’io narrante della storia, in quanto professore all’università e collaboratore del quotidiano La Stampa si trova suo malgrado coinvolto nella storia, tanto più che da bambino ha sofferto di una grave forma di sonnambulismo che lo porta, ora, a identificarsi con i bambini vittime di una vicenda più grande di loro, sui cui volti legge il terrore indicibile di cui lui stesso era stato vittima alla loro età.
Non rivelo il finale di questo romanzo scritto con estrema cura, pieno di citazioni di altri libri, di versi famosi, di ambienti noti a noi tutti: lo studio di Matrix, Enrico Mentana e Massimo Gramellini che si prestano a far da comparse, professori universitari, sacerdoti, gruppi di spiritualità, maestre, psicologi, psichiatri, poliziotti, magistrati. Nessuno dei rappresentanti della società civile manca all’appello, nella ricostruzione realistica e al contempo così altamente simbolica del pezzo di storia contemporanea che ci troviamo a vivere.
Il bambino che sognava la fine del mondo
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