Il banchiere di Milano
- Autore: Ippolito Edmondo Ferrario
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Ippolito Edmondo Ferrario torna in libreria con un avvincente e assai fascinoso libro, che si intitola: Il banchiere di Milano (Frilli, 2021).
Chi è il “banchiere di Milano”? È Raoul Sforza, un uomo enigmatico, di grande fascino e potenza, un uomo dai tanti demoni che lo assillano, dalle tante luci e ombre che lo oscurano. Un colosso della finanza, capace di manovrare masse indistinte di denaro. Appassionato di arte, ha subito più processi, uscendone sempre vittorioso e a testa alta, scalfito solo dal tempo passato inutilmente e dal costo delle parcelle degli avvocati. Al punto di recarsi ogni anno a colloquio con il Pm, eterno nemico, accusatore, ogni anno più invecchiato, più teso e più sconfitto, logorato nell’animo per quella sconfitta che non riesce ad accettare. La sua figura è paragonabile a un serpente incantatore:
“Con un tono così sincero da confondere e soggiogare l’uomo che lo ascoltava dall’altra parte della scrivania. Raoul sapeva essere un incantatore di uomini, un abile e determinato manipolatore.”
Un uomo il cui nome a Milano è sinonimo di ricchezza, di intraprendenza, di qualità, ma anche di ambivalenza e di oscurità:
“La sua aria altera e sprezzante, unita ad una assoluta eleganza nel vestire, non lo faceva passare inosservato. Nella mano destra stringeva un bastone da passeggio, liscio, nero, sormontato da un teschio di avorio fossile finemente scolpito. Alto e slanciato, aveva una folta chioma di capelli un tempo biondi e ora color cenere. I tratti del viso erano regolari, la carnagione tendente al pallido, la fronte alta. In Raoul si coglieva il portamento di un antico condottiero italiano, risoluto, spigoloso, e arcigno. Il suo sguardo era ciò che di lui non si dimenticava facilmente: due occhi profondi e scuri come quelli di un lago alpino in una giornata senza sole. Occhi che mettevano soggezione. Alcuni sostenevano che avesse una espressione malvagia per natura.”
Quando Viola Fumagalli bussa alla sua porta per chiedere aiuto, dopo la tragica morte del padre, lui, per la prima volta, è colpito ed esterrefatto. Perché la ragazza ha un effetto tale su di lui? L’aiuterà seguendo le disposizioni testamentarie del padre defunto Paolo, un perfetto sconosciuto per lui? Una partita come tante, da non perdere, o, forse, qualcosa di più per l’inossidabile Raoul?
Il banchiere di Milano è un giallo di qualità, che ruota sulla figura di un personaggio dai mille volti che affascina e trascina vorticosamente nella lettura. Un giallo perfetto, coinvolgente, ricco e preciso sia nelle descrizioni ambientali che nella particolarità dei personaggi. Una lettura che trasuda malia e ambiguità, binomio imprescindibile per una ottima riuscita narrazione.
Il banchiere di Milano
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Un libro perfetto per...
Adatto agli amanti del genere giallo
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Dalla nota stuzzica moltissimo il mio interesse.
Mi piace, lo leggerò.