Il bizzarro incidente del tempo rubato di Rachel Joyce

Dopo "L’imprevedibile viaggio di Harold Fry", romanzo che ha fatto conoscere al mondo Rachel Joyce, l’autrice inglese torna con il suo secondo, attesissimo romanzo “Il bizzarro incidente del tempo rubato”, pubblicato nel 2013 da Sperling & Kupfer. Come all’esordio, la scrittrice colpisce per la sua bravura nell’ideare una trama stravagante ma efficace, ma soprattutto per la sua capacità di scrittura che rende il romanzo molto facile da leggere ed estremamente piacevole, come del resto lo era stato il suo predecessore.

Byron è un ragazzino felice a 11 anni, perché vive in campagna, perché ha una mamma eccezionale che fa impallidire tutte le altre e perché il suo migliore amico è James Lowe, l’allievo più intelligente della scuola privata che frequentano. James è così intelligente da rivelare a Byron, dopo attenta consultazione del Times, che quell’anno, per pareggiare il movimento della Terra, verranno aggiunti al tempo due secondi. Sembra una notizia come un’altra, ma per Byron non è così: nella sua testa cominciano a formarsi strane ipotesi, tutte gravitanti attorno al fatto che l’aggiunta dei due secondi possa in qualche modo portare effetti imprevisti e devastanti su tutto il pianeta.
La sua teoria trova realizzazione proprio la mattina dell’atteso allineamento degli orologi, quando sua mamma, per evitare il traffico, sceglie per la prima volta di disobbedire alle raccomandazioni del marito, e per la prima volta di variare il tragitto, entrando con l’auto nella quasi innominabile Digby Road, un luogo che Byron ha sempre considerato come un qualcosa di assolutamente sinistro.

Un romanzo stravagante, che colpisce in positivo per la sua trama quasi illogica. Divertente, allegro, ma anche molto profondo e attento a problematiche attuali, il libro merita davvero di essere letto e il finale vale veramente un sacrificio di tante pagine, forse un po’ troppe.
Ancora una volta, complimenti a Rachel Joyce.