Il brigatista e l’operaio
- Autore: Giovanni Bianconi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2011
L’omicidio di Guido Rossa. Storia di vittime e colpevoli
La mattina del 24 gennaio 1979, Guido Rossa, operaio dell’Italsider e sindacalista della Fiom Cgil, veniva assassinato a Genova da un commando delle Brigate rosse. La sua colpa? Quella di denunciare un collega fiancheggiatore dei terroristi, attivo all’interno dello stabilimento siderurgico. Era la prima volta che un infiltrato dei brigatisti veniva denunciato da un appartenente alla classe operaia, da un compagno iscritto al Pci. Questo poteva essere un comportamento pericoloso per la strategia eversiva e quindi da punire.
Uno dei componenti del gruppo di fuoco era Vincenzo Guagliardo, detto Pippo. Arrestato e condannato all’ergastolo, una volta uscito dall’organizzazione Guagliardo ha deciso di non parlare con nessuno di quella esperienza. Giovanni Bianconi, giornalista del Corriere del Sera e autore di altre pubblicazioni sugli anni di piombo, è riuscito a rompere quel silenzio, facendosi raccontare che cosa è stato quel periodo e quali fossero gli obiettivi strategici della lotta armata in questo libro, edito da Einaudi nel 2011.
L’assassinio di un sindacalista comunista fu sicuramente un momento critico per i brigatisti. Quell’esecuzione comportò una netta presa di distanza della sinistra operaia nei loro confronti. La morte di Guido Rossa costituì un errore strategico e politico.
Tra i protagonisti di quella drammatica vicenda a cui Bianconi si richiama, c’è anche la testimonianza della figlia della vittima: Sabina Rossa, allora sedicenne. A distanza di venticinque anni da quella gelida mattina di gennaio, Sabina riesce a rintracciare Vincenzo Guagliardo. Non per spirito di vendetta, ma per capire meglio le ragioni che spinsero il commando a spezzare la vita di suo padre.
Il libro di Bianconi, a tratti racconto, a tratti saggio di storia politica, si sviluppa su due piani diversi. Per primo, su quello umano: una figlia che parla con l’assassino di suo padre; un uomo che ha bruciato la propria esistenza per un ideale disperato e irrealizzabile, alla ricerca egli stesso ancora di risposte sui motivi che lo spinsero a quella scellerata scelta di vita, il cui esito sarebbe stato quanto meno finire in carcere. In secondo luogo, sul piano dell’analisi storico-politica dell’omicidio Rossa e, in generale, delle finalità eversive a cui mirava il terrorismo rosso.
L’autore racconta la vita di un operaio comune, della sua famiglia, della sua passione per l’alpinismo, del suo ideale politico, della sua instancabile attività sindacale, del suo coraggio di essere sempre in prima fila nella difesa dei diritti dei lavoratori.
Ma questo è anche un libro di storia, che tenta di scandagliare in profondità una fase tragica della nostra storia, che vide la lotta armata fare proseliti all’interno delle fabbriche.
Un interessante contributo alla già vasta letteratura sul fenomeno terroristico degli anni Settanta, attraverso un percorso fatto di testimonianze, ricordi, analisi. Un libro documento che mantiene vivo il ricordo di uno degli episodi più dolorosi e controversi di quella stagione.
Il brigatista e l'operaio
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