Il buio nella bocca
- Autore: Andrea Biscaro
- Anno di pubblicazione: 2013
“Il Buio nella bocca” (Safarà Editore, 2013) di Andrea Biscaro catapulta il lettore in uno scenario di orrore e violenza dominato dalla Grande Epidemia e dalla rivolta degli zombie, in una sorta di apocalisse dei morti-viventi che ingloba via via il mondo umano nella sua spirale di vuota e insaziabile sopraffazione. Una spirale che, pagina dopo pagina, finisce per disorientare chi legge quando il piano della realtà inizia a intrecciarsi a quello della finzione narrativa e quando il lettore comprende, quasi sulla propria pelle, che ogni capitolo è uno stravolgimento e una nuova conquista. Lo stesso scrittore, nell’evolvere delle situazioni, penetra nel racconto fino a entrarci dentro da protagonista, metafora forse di una passione viscerale per la scrittura intesa come partecipazione e immedesimazione.
Il ritmo narrativo, scandito da capitoli e squarci e da frasi brevi e concitate, come battiti, amplifica la progressiva tensione e rende serrato l’intreccio tra realtà e finzione. Una fusione tra piani che sembra rappresentare, in senso metaforico, una realtà sempre più vuota di sentimenti, dove tutti sono contro tutti e nella quale gli uomini sono ridotti a corpi. Proprio i corpi, squarciati, mutilati, sanguinanti, violentati, divorati, diventano i veri protagonisti di questo quasi-cinematografico copione infernale, si fanno mezzo e oggetto di brutalità sessuale e fame bestiale (il libro è vietato ai minori di diciotto anni) e ad essere scarnificate sono soprattutto le emozioni buone e i sentimenti. “Il buio nella bocca” è allora il grido di terrore delle vittime prima del massacro, ma è anche l’orrore nella bocca dello scrittore quando capisce che neanche le parole possono cambiare le cose. Perché la scrittura entra nella sua vita quotidiana, la plasma, la orienta e da essa, insieme, attinge. “Il buio nella bocca” allora, leggendo oltre la superficie del racconto, penetra nel profondo il rapporto tra verità e immaginazione, quello tra l’autore e i suoi personaggi, quello tra gli estremi della fantasia e le derive del sociale. Un libro che si presta ad essere letto tutto d’un fiato, ma che sarebbe meglio assaporare.
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L’ho finito di leggere ieri sera e sinceramente non mi è piaciuto come libro.
Lasciando perdere l’epopea che ho dovuto sopportare per comprare una copia di questo libro che DICONO sia uscito il 18 dicembre 2013 quando in realtà la prima stampa è di gennaio 2014 e in nessuna libreria, né online né fisica, risulta disponibile (e neppure prenotabile), quello che ho letto più che un libro horror mi è sembrata una guida su "come violentare una donna e diventare cannibale per sfizio personale".
Davvero, io non sono un moralista e neppure mi impressiono facilmente, ma leggere certe cose, per la maggior parte racconti minuziosi di violenze carnali, è stata un’impresa per me, visto anche la precisione maniacale con cui si descrive il tutto senza lasciare nulla all’immaginazione.
Nel mondo è esplosa un epidemia zombie (capirai che novità), e il protagonista pensa bene di imitarli andando a caccia di essere umani (donne per la maggior parte), violentarli e poi farli a pezzi per mangiarseli. Geniale no? In un mondo di cannibali non-morti, ci devono essere anche i cannibali vivi…
In conclusione io questo libro non lo consiglio a nessuno, di lati buoni ha l’ottima scrittura e il fatto che duri poco (170 pagine ma scrivendo 3 frasi a paragrafo si arriva alla fine in un lampo), ma per il resto… Posso capire che questo non sia un libro "adatto a tutti", ma davvero, un minimo di pudore ci dovrebbe essere, la mia opinione è che chi ha scritto questo libro ha voluto andare sopra le righe di proposito per far parlare e incuriosire i soliti lettori (come me) amanti delle storie a base zombie.
Zombie che tra l’altro in questo libro non sono neppure tanto in mostra, anzi, mi sembrano i terzi incomodi.
Mi è piaciuto molto! Il modo in cui l’autore ha affrontato un tema trattato, ritrattato e abusato è originale, insomma, non è "la solita minestra". Il protagonista è un personaggio accattivante che ho amato già da pagina 2...
Una caratteristica che davvero mi ha rapita sono stati gli squarci... panoramiche di devastazione e disperazione che mettono alle strette il lettore e quasi lo disarmano davanti alle pagine.. Davvero splendido.
Un altro aspetto che adoro sia nella lettura che nei film è il confondersi degli eventi. L’impastare la narrazione con storie parallele, scene oniriche o ricordi, allucinazioni dà al fruitore l’opportunità di interpretare. Raccontare in questo modo non è da tutti e io l’ho apprezzato davvero tanto... piccola parentesi, dopo 10 anni, allo stesso proposito, ho ancora mille punti di domanda su Mulholland Drive di D. Lynch. E lo amo!
Volevo infine fare i complimenti all’autore per la capacità descrittiva. Tre parole, ma sono quelle giuste, proprio quelle, al posto giusto, che disegnano la scena davanti agli occhi e che fanno scorrere le sensazioni sulla pelle. Il senso di marcio, il senso della violenza, il sesso sporco, il dolore fisico... sono resi in maniera davvero sublime!