Il buon informatore
- Autore: John Banville
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2013
Gli appassionati lettori, come me, del dottor Quirke, il seducente cinquantenne anatomopatologo, malinconico e solitario, protagonista dei polizieschi di Banville ambientati nella Dublino degli anni ’50 e ’60 (“Dove è sempre notte”, “Congetture su April”), dovranno attendere una prossima storia. John Banville, il Simenon d’Irlanda, come per i suoi polizieschi più famosi, ha pubblicato questo racconto con lo pseudonimo di Benjamin Black, il suo opposto, l’alter ego con il quale scrive noir e storie nere. Ama giocare spesso con le sue due identità: «Black scrive come un fulmine», ha dichiarato, «mentre Banville può stare un giorno intero su una frase». La sua scrittura è sempre tagliente come una lama, elegante, sofisticata, spietata, capace di indagare in profondità nell’animo umano, in una sorta di autocoscienza, peculiarità fondamentale della narrativa irlandese di Beckett e Joyce, del quale John Banville è considerato l’erede contemporaneo.
“Il buon informatore” è un noir raffinato che si legge con piacere, tutto d’un fiato, coinvolgente e riflessivo. Il protagonista è John Glass, affermato giornalista dublinese, famoso per i suoi reportage sul conflitto Nordirlandese e sul genocidio in Ruanda, cronista in prima linea in piazza Tienanmen e dell’Intifada, che da qualche anno ha smesso di essere un corrispondente. Ha lasciato Dublino dopo aver conosciuto l’ereditiera americana Lousie, divenuta sua moglie, e vive ora in un appartamento a Central Park West e siede su una poltrona girevole di pelle nera in un ufficio al trentanovesimo piano della Mulholland Tower. Il racconto si apre sul nostro protagonista che, in una New York di oggi, dinamica e affaristica, costretto dalle esigenze familiari e per il compenso di un milione di dollari, è alle prese con la stesura della biografia di William BigBill Mulholland, suo suocero, un ricco e famoso industriale, un’autorità nelle telecomunicazioni. Per John la sua vita, oramai, sembra aver preso una piega non felice: alla completa mercé del suocero, della sarcastica Louise e di Alison, dublinese come lui, la sua amante fredda e distaccata, fumatrice incallita di Gauloise.
Eppure un tempo John aveva molto amato Louise, una donna incredibilmente bella, angosciosamente felice, con un matrimonio naufragato alle spalle e un figlio, conosciuto nella villa di John Huston in Irlanda quando era stato invitato per un’intervista al regista. Per amor suo aveva lasciato il Paese e il suo lavoro di giornalista.
“Nel corso della sua vita, a quanto pare, John Glass aveva sempre fatto ricorso alle donne in cerca di consolazione. Quando era giovane il suo attaccamento alla madre non passava inosservato… anche in Louise aveva cercato sicurezza e protezione. Aveva il sospetto che quella fosse la ragione principale per cui l’aveva sposata, perché gli facesse da scudo contro le sferzate del mondo”
William Mulholland, irlandese di seconda generazione, laureato in ingegneria venne arruolato nella CIA alla fine degli anni Quaranta ed impiegato nelle missioni più importanti quali Corea, Europa, Vietnam. Ne uscirà dopo aver prestato servizio per un ventennio e, una volta fuori dai servizi segreti, fonderà una grande società di telecomunicazioni divenendo in poco tempo un magnate nel settore.
“A quasi ottant’anni era ancora incredibilmente attraente, con la testa da atleta dell’antica Grecia coronata da un pennacchio di capelli scuri senza bisogno di tintura. Solo girandosi mostrava il punto debole del suo aspetto: gli occhi erano troppo ravvicinati e gli davano l’aria di essere malignamente intento a qualche scaltra e perfida astuzia di vasta portata”.
John Glass non è un biografo e non ama le biografie. Decide quindi di farsi aiutare per le ricerche, come spesso fanno gli storici, da Dylan Riley, un giovane e antipatico assistente, un mago del computer e un bravo cacciatore d’informazioni. Dopo pochi giorni, il corpo di Dylan verrà ritrovato riverso sulla scrivania di casa e dei computer, contenenti il suo lavoro, nessuna traccia. Cosa aveva scoperto il suo informatore? Chi lo aveva ucciso? È l’enigma che dovrà risolvere il nostro protagonista pronto ad indagare non solo nell’oscuro passato di William Mulholland ma anche sui segreti e misteri dell’intera famiglia. Buona lettura.
Il buon informatore
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