Il cacciatore di Tana French

Il segugio, il romanzo di Tana French pubblicato in Italia nel 2022, è ambientato a Ardnakelty, una cittadina rurale dell’Irlanda dei nostri giorni, un luogo con una propria concezione di giustizia dove gli estranei sono trattati, nel migliore dei casi, con sospetto e distacco. È qui che, dopo venticinque anni di servizio nella polizia di Chicago, Cal Hooper si è trasferito nel tentativo di ricostruirsi una vita: si fa molti nemici, ma alla fine verrà accettato in questa piccola e chiusa comunità.
Il cacciatore (Einaudi, 2024, trad. di Alfredo Colitto) è il seguito de Il segugio e mette in scena gli stessi protagonisti, la stessa complessità nelle relazioni e le ambiguità morali che hanno già dato vita a una trama profonda e articolata.

Al centro del romanzo c’è ancora l’originale outsider, il detective in pensione Cal Hooper, che ha dovuto accettare il difficile compromesso fra la realtà e la sua idea di "giusto" e "sbagliato". L’istinto paterno lo porta a continuare a proteggere Trey Reddy, così che questa adolescente ribelle, sotto la sua guida, è diventata una quindicenne desiderosa di migliorare nel lavoro di restauro di mobili, così da prendere le distanze da una famiglia problematica. Johnny, il padre di Trey, però, torna in città dopo anni di assenza, accompagnato da un losco inglese e con l’audace quanto folle piano di trovare l’oro: l’uomo d’affari ha appreso da sua nonna che Ardnakelty ha riserve d’oro nascoste nel terreno che aspettano solo di essere dissotterrate. Insieme, i due ora vogliono arricchire gli agricoltori che, colpiti dalla siccità, pur rimanendo scettici, investono in questo ambizioso progetto.
Cal si ritrova di nuovo intrappolato in una situazione dove lealtà e tradimento, debito e punizione, si scontrano e hanno poco a che fare con la legge. Nonostante il suo fermo proposito di non immischiarsi mai più negli intrighi di Ardnakelty, è troppo legato a Trey per lasciare che possa ancora soffrire.

Rispetto ai precedenti polizieschi della scrittrice e attrice teatrale statunitense di origini irlandesi, questi due romanzi più recenti si presentano diversi: ci sono misteri da risolvere, ma sono caratterizzati da un ritmo con poche accelerazioni, approfondiscono i lati oscuri e interiori dei personaggi, che di conseguenza acquistano solidità, e i dialoghi sono densi di sottintesi.
La French si conferma una delle più acute osservatrici della complessità del comportamento umano; riesce anche a riprendere e ad ampliare il tema del selvaggio West già presente ne Il segugio con la folle corsa all’oro. L’oro di Johnny è una truffa, ma qui viene evocato il potere mitico e senza tempo che il metallo prezioso esercita sugli uomini, rendendoli irragionevoli.

In questa trama a sviluppo lento – caratteristica che può diventare uno dei suoi punti di forza – la tensione aumenta finché il lettore si rende conto, insieme a Cal, che il piano è sfuggito al controllo di Johnny e che ogni possibile risultato comporta necessariamente conseguenze terribili. L’omicidio, di cui sfuggono le reali motivazioni, cambia nuovamente gli equilibri del villaggio: il mistero ribolle tra le righe nonostante la calma apparente, fino a sfociare in momenti di suspense particolarmente avvincenti.
Quello che poi si sviluppa, attraverso l’attenzione dell’autrice per stati d’animo e dettagli, non è solo un caso criminale, ma anche lo studio sociale di una comunità i cui membri sono strettamente legati fra loro e facilmente influenzabili.
Grazie alla potenza del linguaggio, alla descrizione particolareggiata della natura arida e polverosa – quasi si sente l’odore di muschio e di torba e il calore del sole sulla pelle –, di intrighi, sangue e cospirazioni, la classica trama poliziesca viene distorta in una forma che dimostra come morte e violenza sono fenomeni che possono sfuggire al controllo dall’autorità.