Il canapé rosso
- Autore: Michèle Lesbre
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2009
Mi sono imbattuta per caso nella lettura di questo raffinato romanzo pubblicato da Sellerio (quinta edizione del 2009) e non posso che recensirlo positivamente.
Michèle Lesbre non è molto nota ai lettori del nostro stivale tant’è che la pagina dedicata alla scrittrice francese su Wikipedia non esiste in italiano. Al contrario, è piuttosto apprezzata in Francia a tal punto da essere stata paragonata a Muriel Barbery nel suo celebre “L’eleganza del riccio” . E proprio grazie a “Il canapè rosso” (pubblicato in lingua originale nel 2007) la Lesbre era stata selezionata per il prestigioso Prix Goncourt, senza tuttavia conquistarne alla fine il titolo.
In questo bel romanzo si possono identificare due filoni: il primo è quello del viaggio che la protagonista Anne compie in treno da Parigi verso la Siberia per raggiungere Gyl, un amore di vecchia data al quale Anne si sente ancora molto legata; il secondo è invece quello dell’amicizia che Anne instaura con un’anziana vicina di casa, con la quale si ritrova due volte alla settimana a leggere ad alta voce brani di letteratura. Entrambi i temi si incrociano e si sovrappongono magnificamente in ogni capitolo, conducendo il lettore tra le file della resistenza francese degli anni quaranta fino ai moti parigini rivoluzionari degli anni settanta, passando per l’incontaminata steppa russa e soffermandosi sulle sponde dell’incantevole lago Bajkal.
L’analisi del primo filone è presto detta: il viaggio in transiberiana rappresenta per Anne un modo di “risvegliare” se stessa e di “ascoltarsi” e lo si potrebbe definire un viaggio di formazione, soprattutto durante il tragitto del ritorno. Senza svelare cosa accadrà tra Anne e Gyl, questo viaggio è ricco di puro fascino sia per i paesaggi di forte suggestione scorti dal finestrino che per le intime riflessioni sulla vita indotte proprio dal lento cullare del treno.
“Bevevo un tè scuro e amaro tentando di scorgere un po’ del paesaggio che le tendine chiuse mi nascondevano. Era sempre lo stesso, eppure avevo costantemente l’impressione che fosse diverso, quasi inaspettato. Immensità sconfinata dove i miei stessi limiti si cancellavano ed io perdevo quel senso di lontananza che dà quasi le vertigini […]”.
Il secondo tema è altrettanto affascinante: la vicina di casa con la quale Anne instaura una profonda amicizia è Clémence che ascolta, distesa sul suo consunto canapè rosso, le colte letture di Anne. Tra le due donne nasce un intimo rapporto fatto di confidenze e di affetto reciproci, senza mai violare il rispetto (ed il silenzio) dei ricordi altrui. Davvero singolare quest’anziana signora che suscita tenerezza quando cerca a tastoni la fotografia ingiallita del suo Paul tra i cuscini del canapè e allo stesso modo diverte durante le sue uscite furtive con Anne per “un bicchiere” al bar dell’angolo. Una figura che per Anne si rivela sempre presente, anche durante la sua assenza.
“Mi piaceva molto quella donnina che resisteva così bene alla vecchiaia e a tutto ciò che può trasformarla in un disastro. Era bello pensare a lei in quella sosta in albergo, avevo molta voglia di rivederla presto, di raccontarle quello strano viaggio, forse il più strano di tutti i miei viaggi poiché, più di ogni altro, mi aveva continuamente riportata alla mia vita, alla semplice verità della mia vita”.
Analogamente a quello compiuto in carrozza, anche quello effettuato di volta in volta con Clémence potrebbe essere definito un viaggio: un percorso introspettivo compiuto tra brani di romanzi in cui le eroine sono indipendenti e coraggiose e che darà alla protagonista un’energia finale inaspettata. Un altro “risveglio”, insomma.
“Perché il viaggio è vero abbandono, quel modo di respirare e di pensare diversamente in una città straniera, consapevole di appartenere al mondo, a quell’umanità sognata che cercavo... negli impercettibili dettagli che ci legano gli uni agli altri, nonostante tutto.”
Impeccabile lo stile: elegante, ben strutturato e ricco di citazioni con pittoresche eroine di romanzi più o meno moderni.
“Chapeau” a Michèle Lesbre.
Il canapé rosso
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