Il canto della felicità
- Autore: Jean Francois Chabas
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
“Il canto della felicità” (Gallucci, 2016, titolo originale Le Bonheur prisonnier, illustrazioni di David Sala, traduzione di Cristina Scalabrini) è la bella favola dell’autore francese nato a Neuilly-sur-Seine nel 1967, attualmente residente nei Paesi Baschi, Jean François Chabas che prima di scrivere ha fatto mille mestieri. I suoi pluripremiati romanzi per ragazzi sono pubblicati in tutto il mondo.
Nella lontana e grande Cina, in una tipica abitazione locale costruita in legno, mattoni e pietra, circondata da un rigoglioso e variopinto giardino,
“un giorno, quand’ero molto piccolo, indicai la minuscola gabbia che pendeva dal soffitto della nostra cucina e chiesi alla mia bisnonna: «Perché abbiamo questa gabbietta, Na?»”.
L’anziana signora aveva risposto al piccolo Liao, grandi occhi neri e capelli dello stesso colore,
“questa è la gabbia del piccolo focolare”
una gabbia d’oro dove viveva un grillo che, secondo la tradizione locale, portava fortuna alla casa
“Canta per noi. Ci protegge”.
Pur non essendo ricca, la famiglia del bambino, i cui componenti usavano indossare i tradizionali abiti di seta cinesi, aveva donato all’animale una gabbia d’oro per significare dell’importanza del grillo. La sera in cui Liao compì sette anni, al bambino era sembrato udire la voce dell’insetto chiamare il suo nome dopo che il piccolo prigioniero aveva intonato un canto che sembrava anelare alla libertà. Il giorno seguente Liao si divertiva a giocare con un drago di legno “snodato con baffi di setole di maiale selvatico e occhi di madreperla e corallo” ricevuto in regalo. Mentre il bambino si trovava in cucina per scaldare l’acqua per il tè, una vocina lo chiamò
“Liao! Ehi! Liao!”.
Non c’erano dubbi: era il grillo che parlava.
“Finalmente! Ormai cominciavo a credere che non mi avresti mai sentito!”.
Liao aveva sussultato dallo stupore.
“Un grillo che parla? Eri umano e una strega cattiva ti ha trasformato in grillo per punirti!”.
Il minuscolo recluso si era grattato la testa con una zampina e aveva risposto che non era stato vittima di un maleficio ma anzi affermò che
“il grillo è la creatura più bella e intelligente che ci sia sulla Terra!”.
L’insetto stava rivelando a Liao che i grilli parlavano la lingua degli esseri umani, ma agli uomini faceva paura sentirli parlare e di conseguenza quando si spaventano, “hanno la cattiva abitudine” di ucciderli. Il grillo aveva deciso di fidarsi di Liao “mi sembri un bravo bambino” scegliendolo per conquistare la libertà. Il bambino ricordava quello che la bisnonna gli aveva detto a proposito della fortuna.
“Ma se io resto in gabbia, credi che sarò felice?”.
Liao si chiedeva come fosse possibile tenere rinchiuso un essere vivente per assicurarsi la tranquillità.
“Sei libero, grillo. Mormorai”.
“Il canto della felicità” è un testo profondo e intenso che racconta ai piccoli lettori, con l’ausilio di suggestive illustrazioni, un Paese, la Cina, ricco di storia e tradizioni. Inoltre il saggio grillo sembra voler suggerire che la felicità non si deve imprigionare ma va cercata e conseguita giorno dopo giorno.
“Se qualcuno ti trasformasse in grillo, dovresti esserne orgoglioso”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il canto della felicità
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