Il canto di Messalina
- Autore: Antonella Prenner
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2022
Antonella Prenner conclude con Il canto di Messalina (Rizzoli, 2022) la sua trilogia dedicata ad alcuni dei grandi personaggi della romanità. Dopo Cicerone e sua figlia Tulliola, dopo Cesare e le donne da lui amate, ecco alla ribalta della narrazione della brava latinista e filologa un personaggio dal nome notissimo ma davvero poco studiato in profondità, Messalina, la giovane e bellissima donna sposata all’imperatore Claudio, zoppo, vecchio, balbuziente, insicuro.
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I miei ricordi di bambina risalgono a un film del 1960 della famosa serie “peplo”, Messalina Venere Imperatrice: un fumettone improbabile, con personaggi inventati e inverosimili. Invece il lavoro di ricerca e di studio delle fonti, lo scavo quasi archeologico negli ambienti originali dove si svolsero le vicende narrate, le pagine degli storici consultati, le ricostruzioni dei momenti più oscuri al cui centro si trovò la famiglia Giulio Claudia rendono questo romanzo interessante, coinvolgente, ricco di spunti di riflessione su vicende che noi cittadini di Roma ci troviamo quotidianamente a guardare con occhi distratti e superficiali. Penso anche solo al monumento dell’Ara Pacis, a cui nel libro di Antonella Prenner è dedicata una delle pagine più belle ed emozionanti allorché Claudio riunisce la sua intera famiglia mostrando a tutti la gloria di Augusto immortalata nel marmo, come in uno straordinario album di famiglia, a cui tutti devono eterna riconoscenza.
L’autrice ci accompagna nell’incontro con Valeria Messalina sin dalla sua infanzia, privata troppo presto dell’amatissimo padre, il cui nostalgico ricordo è affidato al dono di una bambola, simbolo di una vita che avrebbe potuto essere felice. Sua madre, l’ambiziosa e scaltra Domizia, presto contrae nuove nozze e il patrigno, modesto arrampicatore, sarà ben lieto di far sposare la figliastra bella e ribelle, ancora giovanissima e inesperta, all’anziano Claudio, zio dell’imperatore Caligola: proprio il folle e controverso personaggio che la storia cui ha raccontato eccentrico e crudelissimo sarà il pronubo del matrimonio di Messalina con suo zio, pensando che la giovane donna gli si concederà.
Alla morte di Caligola però, mentre nel palazzo imperiale si consumano giochi e delitti per accaparrarsi il favore dei potenti, lo stesso Claudio viene imprevedibilmente dichiarato imperatore. Dunque Messalina si ritrova addirittura imperatrice. Comincia la nuova vita di questa donna bellissima, che via via diventa cinica, scopre il potere assoluto nelle sue mani, può vendicarsi, uccidere, fare l’amore con chi vuole, dedicarsi ai piaceri più estremi, condannare e graziare.
I suoi due figli non sono al centro dei suoi affetti, Claudio è uno strumento che può piegare ai suoi piaceri, anche se lei capisce che può chiedergli qualunque cosa, tale è l’amore incondizionato che lui nutre nei suoi confronti: il desiderio di farsi accettare e amare da una donna così speciale portano lo studioso intellettuale Claudio ad accontentare tutti i capricci della donna al suo fianco. Così eccoli insieme nella straordinaria grotta di Tiberio presso Sperlonga, dove una villa piena di affreschi, statue, capolavori, cibi squisiti e un mare incontaminato offrono alla coppia imperiale pochi momenti di serenità.
I liberti che circondano l’imperatore, Narcisso, Polibio, Callisto, hanno grande influenza su Claudio e anche su di loro si appunta l’interesse di Messalina, che vuole servirsene per manipolare il volere di suo marito. Lei è sola contro tutti, la sua unica confidente è la schiava Panfilia, che la conosce da bambina.
Dopo la sua morte, Messalina non avrà più freni nella rincorsa verso il potere, a costo della stessa vita di suo marito.
Il romanzo di Antonella Prenner è pieno di spunti di riflessione sulla condizione delle donne, anche se ricche e potenti, nella Roma imperiale. L’assenza di una vera famiglia, la privazione del padre, la mancanza d’amore, il prevalere di una lotta senza quartiere di uomini assetati di potere, una violenza diffusa che non risparmia nessuno sono lo scenario dentro cui si trova a vivere Valeria Messalina, travolta da avvenimenti più grandi di lei in cui lei cerca una sua affermazione, una forma di indipendenza ante litteram, che l’autrice spiega attraverso molti episodi, aneddoti, testimonianze, pur restando sempre fedele alle fonti.
Partendo dalla VI satira di Giovenale, la studiosa ci accompagna nelle vie di Roma, dalla ricchezza dei palazzi imperiali sul Palatino, all’orrore della Suburra, dove tra escrementi, topi, lordure di ogni tipo, Messalina con il nome di Licisca affida il suo corpo bellissimo alla rapacità di uomini in cerca di un amore irraggiungibile, di una soddisfazione dei sensi che richiede prove sempre più ardue.
C’è tanta infelicità nelle pagine del romanzo, tanto sangue, tanta ingiustizia che si consuma nei segreti dei palazzi: tuttavia imprevedibilmente questa ragazza, privata di famiglia, giovinezza, felicità, finisce per esprimere se stessa attraverso un canto, sommesso, l’unico accenno di “normalità” e di creatività nella vita di una donna che ha affidato alla storia un’immagine di sé non certo lusinghiera.
Antonella Prenner si serve di una lingua efficace nelle descrizioni più dolorose e cruente, ma anche lirica e levigata nelle tante pagine in cui la personalità sofferente di una donna ostaggio di logiche superiori alla sua volontà riesce a prevalere. Il rapporto con l’amica più anziana Arria, elegante matrona fedele al suo uomo fino alla morte, sarà un sostegno per Messalina. Persa lei, persa Panfilia, non le resta che gettarsi a capofitto nella perversione, da cui non ci sarà ritorno. Messalina muore mentre
“il cielo era soffuso di chiarore da Occidente e le sagome degli alberi si stagliavano scure […]. E la notte arrivò, nel più nefasto dei giorni […]. E tra le strie nere delle ombre incombenti, un istante prima della notte, qualcuno udì un canto e vide brillare un sorriso.”
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