Il caos da cui veniamo
- Autore: Tiffany McDaniel
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2018
Ispirato alla vita della madre e della sua famiglia, Tiffany McDaniel (nata in Ohio nel 1985), una delle voci più schiette della letteratura americana contemporanea, racconta in "Il caos da cui veniamo", un romanzo di formazione sconvolgente e poetico, la storia della famiglia Lazarus. Una famiglia meticcia composta dal padre Landon di origini pellerossa e dalla madre Alka, una donna bellissima, ma reduce da un’infanzia che l’ha estirpata all’innocenza e privata di qualsiasi speranza.
A fare da fondale alla saga dei Lazarus è la società americana degli anni ’50, il razzismo latente, i pregiudizi, la precaria condizione femminile, insomma quella provincia americana chiamata a incarnare il nuovo mondo che, sotto una superficie patinata, cela segreti inconfessabili.
La voce narrante è della piccola Bitty, l’Indianina come la chiama suo padre, la quale insieme ai numerosi fratelli e sorelle dall’età di 9 anni è costretta a prendere coscienza della devastante verità da cui il caos della propria famiglia ha avuto origine. L’orrore subito da Alka durante l’infanzia, come una valanga a cascata, si ripercuote sulle generazioni a venire. All’insanabile dolore di Alka, però, fa fronte un uomo che, nonostante il senso di identità perduta, perché appartenente a un popolo prevaricato, conserva la magia e la spiritualità degli indiani d’America.
Le storie immaginifiche che Landon racconta ai suoi figli rappresentano l’unica scala che permette loro di risalire dagli inferi in cui Alka non riesce a smettere di gettarli.
Gli eventi drammatici si susseguono come pietre lanciate a colpire ora l’uno ora l’altra di quei figli a metà tra l’innocenza e la ferocia, tra il baratro e la salvezza. Un caos di sentimenti che, seppur sporcati dalla brutalità della vita, vengono sezionati dallo sguardo trasparente della piccola Bitty che, raccontandoli con la purezza propria dell’infanzia, senza giudizio alcuno, riporta i fatti come chi avverte la capacità di raccontare quale virtù di consapevolezza: dalle ceneri del più brutale abominio si può risorgere, spezzando finalmente l’ombra di oscurità pagata a caro prezzo dai componenti della famiglia Lazarus.
L’autrice usa un linguaggio asciutto, privo di compromessi e consolazioni di sorta, eppure baciato dalla poesia, raccontando una storia maledetta i cui eventi brutali toccano le fondamenta del lettore, mettendolo spesso a disagio nel riconoscere quanta autenticità ci sia in una favola nera che mai vorrebbe credere vera. La speranza, però, fa capolino ogni volta, attraverso l’affabulazione che Landon opera nei confronti dei figli, piantando nell’animo dell’Indianina il seme della rinascita. Anche se impossibili da cancellare certe ferite possono essere messe nero su bianco per operare il distacco necessario al riconoscimento di quel passato, che tanto caos ha generato, come le proprie inevitabili origini dalle quali, però, è sempre possibile iniziare un nuovo cammino.
Il caos da cui veniamo
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