Il carico della formica di Demetrio Verbaro

A Carlo Fante non manca nulla è felicemente sposato con Rachele, una moglie straordinariamente bella e innamorata, ha un figlio sveglio e sportivo di nome Riccardo ed è in arrivo la secondogenita, Luna. A completare il quadro, dopo anni passati ad arrangiarsi tra un lavoro e l’altro, giunge persino un incarico a tempo indeterminato come giardiniere, all’istituto psichiatrico “San Gregorio” di Reggio Calabria.

Carlo conoscerà così i pazienti del padiglione “Missioni impossibili”, gli unici che possono fruire del giardino di cui lui si prende cura: Mimì, Filippo, Bart e Vera. Ognuno di loro ha un “fardello nel cuore, errori fatti in passato”, che lo hanno segnato per la vita e che trasporta come un carico pesante, “proprio come una formica fa ogni giorno della sua vita, portando nella tana un chicco di grano dieci volte più grande del suo peso.”

I quattro pazienti anime perdute, corpi isolati, con Carlo/Leonardo, dopo aver negato l’orrenda verità degli eventi della loro vita, allo scopo di viverne una parallela, riescono ad “avere brandelli di vita” che li faranno diventare amici per sempre.

“Il carico della formica” (Lettere animate, 2013), opera prima di Demetrio Verbaro, è un romanzo liberamente ispirato a una storia vera che si svolge nel 2001 a Reggio Calabria. Il giovane autore con uno stile diretto, immediato, accompagna il lettore a chiedersi: siamo tutti matti o nessuno lo è?

“È pazza una persona che non la pensa come gli altri, una persona fuori dal tempo in cui vive, a volte è avanti e proiettata nel futuro, altre volte invece è indietro, intrappolata nei giorni felici del suo passato.”