Il caso
- Autore: Joseph Conrad
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
È il caso che ci porta a fare determinate scelte o ci limitiamo semplicemente a seguire ciò che il destino ha già tracciato per ciascuno di noi? Non lo scopriremo mai ovviamente poveri illusi mortali. In questo romanzo datato 1913, Joseph Conrad (1857-1924) attraverso la narrazione della storia di Flora de Barral, descrive la forza del destino o del caso che travolge una fragile e delicata giovane dalla figura esile.
“Occhi azzurri e scura di capelli”, Flora era l’unica figlia del finanziere de Barral, avido “mostro irragionevole“ ex impiegato di banca, il quale dopo aver speculato con il denaro degli investitori era finito in prigione, condannato a sette anni di carcere. Durante il processo de Barral aveva mantenuto la sua espressione serena, mite mentre volgeva lo sguardo sui presenti con “un’aria di placida sufficienza”. Non solo, l’ex finanziere aveva ripetuto più volte che se gli si fosse stato dato un po’ più di tempo si sarebbe aggiustato tutto. In un mondo nel quale “homo homini lupus” e dove “un abominio di desolazione” si spalancava di fronte a Flora, dopo l’abbandono da parte della “famelica istitutrice”, “non è altro che un ladro questo padre tuo”, l’ancora di salvezza per l’ex ereditiera era rappresentata dall’unione con il capitano Anthony, classico uomo di mare dall’etica intatta e dall’animo nobile.
Sarebbe stato un viaggio in mare, perché è la vastità marina il posto per elezione per il navigante Conrad, a dare una svolta decisiva al destino di Flora, eroina dalla “forma delicata”.
Il caso (titolo originale Chance. A Tale in Two Parts) un racconto diviso in due parti (La donzella e Il cavaliere) è il romanzo di Conrad che riscontrò il maggior successo di pubblico, nel quale per la prima volta al centro della trama si trova un personaggio femminile.
«Il grande pubblico ha risposto con una generosità forse superiore a quella tributata a qualsiasi altro mio libro, nell’unica maniera in cui a esso sia dato farlo, ossia comprando un certo numero di copie».
Pubblicato in Italia nel 1961 per Bompiani con il titolo Destino, il volume è stato rieditato lo scorso anno accompagnato dalla bella traduzione di Richard Ambrosini, professore ordinario all’Università degli Studi Roma Tre, studioso delle opere di Conrad e Robert Louis Stevenson. Il caso governa il nostro destino e il narratore sconosciuto che rievoca la perigliosa esistenza di Flora raccogliendo i racconti di più personaggi tra i quali Charles Marlow già apparso in Giovinezza (1898), Cuore di tenebra (1899), e Lord Jim (1900) conferma questa convinzione dell’autore.
«È una forza possente, quella del puro caso; assolutamente irresistibile, per quanto si manifesti spesso in forme delicate, quali ad esempio il fascino, reale o illusorio, di un essere umano», dichiara Conrad nella nota introduttiva del volume. Il caso è uno di quei romanzi che lo scrittore, per sua stessa ammissione, dopo averlo iniziato, aveva messo subito da parte per qualche mese. Indeciso su quale futura strada dare al romanzo, Conrad non sapeva come inseguire Flora de Barral, in soccorso dell’autore polacco naturalizzato britannico era arrivato il capitano Anthony.
«Se quell’uomo, mi dissi, era così determinato ad abbracciare un “filo di nebbia”, la cosa migliore era unirmi a lui quell’avventura, pratica e lodevole in sommo grado».
A poco più di un secolo dalla sua pubblicazione, il testo per i contenuti e per il messaggio letto tra le pagine sorprende per la sua straordinaria modernità. È stupefacente come ancora una volta il cantore della dolorosa esperienza umana si renda partecipe e sia tutt’uno con le sue creature di carta trasportate dal capriccioso vento del destino.
«Sì, quella fanciulla giovanissima, poco più che una bambina: ecco cosa stava per succederle. E se mi domandi come, perché, per quale ragione, ti risponderò: Suvvia, per caso! Per puro caso, così come accadono le cose, fortunate e sfortunate, terribili o tenere, importanti o meno; e anche le cose che non sono né l’uno né l’altro, cose per loro natura assolutamente neutrali, al punto che ti verrebbe da chiederti perché accadano se non sapessi che anch’esse, nella loro insignificanza, portano i semi di ulteriori innumerevoli casualità».
Il caso
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