Il caso della sorella scomparsa. I delitti Mitford di Jessica Fellowes

Il caso della sorella scomparsa (Neri Pozza, 2022, traduzione di Francesca Cosi e Alessandra Repossi) è il quinto romanzo della serie di Jessica Fellowes I delitti Mitford. Sei sorelle, una vita di misteri, che ruota intorno alle vicende affascinanti e nello stesso tempo controverse in cui sono coinvolte le figlie del barone Redesdale.
Ogni romanzo si concentra su una delle sorelle e può essere letto in modo indipendente. Tuttavia, seguire fin dal suo esordio questa serie, permette al lettore di conoscere meglio l’evoluzione della personalità di Louisa Cannon, la vera protagonista.
È lei, infatti, che ha dovuto mettere alla prova le sue indubbie capacità investigative fin dal primo incontro con la famiglia Mitford, molto tempo prima:

“Ormai si conoscevano da quasi vent’anni, cioè da quando Louisa era andata a lavorare nella nursery di casa Mitford. Nel 1919 Louisa era una ragazzina spaventata e con gli abiti laceri in fuga da Londra e Nancy aveva appena terminato gli studi. Per molti aspetti, nonostante le differenze, si erano affacciate all’età adulta quasi fianco a fianco. Il loro non era un rapporto privo di complicazioni, ma adesso che Louisa era moglie e madre sentiva di essersi liberata dalle catene del fastidioso senso di inferiorità che in passato le avevano suscitato i Mitford”.

Siamo nel 1937. Dopo essere finita su un transatlantico insieme a Lady Redesdale e le figlie Diana e Unity — la prima legata a Sir Oswald Mosley, il capo dei fascisti britannici, la seconda attratta dal Führer —, e aver conosciuto il lato oscuro del governo inglese, Louisa ha sposato l’ex ispettore di Scotland Yard, Guy Sullivan, e ha avuto una figlia, Maisie.

Col marito, ha aperto sei mesi prima a Londra l’agenzia investigativa “Cannon&Sullivan”. I due non hanno ancora avuto un incarico ufficiale, quando Nancy, la maggiore delle sorelle Mitford, convoca Louisa presso la residenza londinese dei genitori: Jessica, da tutti conosciuta col soprannome di Decca, ora diciannovenne, è scomparsa, ma la famiglia preferisce non rivolgersi alla polizia.

La ragazza ha detto che sarebbe andata a Dieppe, nel sud della Francia, da alcune amiche, per poi intraprendere un viaggio in macchina nei luoghi più suggestivi dei dintorni — facendo così in modo di non essere facilmente rintracciata.
Da una settimana non si hanno più notizie di lei: in famiglia si sa da tempo che era sua intenzione “scappare” e voltare le spalle a tutto ciò che essa rappresenta, e ora sembra aver messo in pratica questi propositi, forse anche a causa delle sue idee politiche.
Unity e Diana sono fasciste fino al midollo e l’unico modo per Decca di mettersi in luce è fare qualcosa di completamente diverso: è quasi ovvio che sia diventata comunista.

Louisa scoprirà che Decca è scappata con il cugino Esmond Romilly — nonostante i figli della cugina di Lord Redesdale siano “un po’ troppo rossi” per poterli frequentare —, che vive proprio a Dieppe. È stato in Spagna, dove è in atto una sanguinosa guerra civile, e ha intenzione di tornarci.

Nel frattempo, Louisa e Guy accettano di investigare su un altro caso.
Julia Attwood li ha consultati perché non ha notizie della sorella Petunia da almeno tre settimane. La polizia non prende in considerazione la sua sparizione perché è una donna adulta. L’ultima volta che si sono viste, a Natale, le ha raccontato che qualcuno del suo ufficio era andato in Spagna per combattere, e la sorella teme che abbia trovato il coraggio di fare altrettanto. Petunia lavora come segretaria all’ufficio reclami di una compagnia assicurativa, vive sola e nessuno si è accorto della sua scomparsa prima del giorno in cui doveva rientrare al lavoro dopo le ferie.

È evidente che si tratta di due indagini separate — ma con qualche analogia e legami inattesi —, che per essere risolte richiedono di spostarsi spesso sul continente, cosa che farà soprattutto Guy, mentre Louisa sarà il tramite con le famiglie.

È interessante notare le caratteristiche dell’interazione fra Louisa — donna moderna che ha saputo anticipare i tempi in più di un’occasione — e il marito: l’affiatamento fra due, nel lavoro, come nella vita, è un vero e proprio sodalizio, che li vede partecipare alla pari nelle indagini.

Basato, come i precedenti, su fatti storici realmente accaduti e su un approfondito lavoro di ricerca, anche questo quinto romanzo della serie, pur non essendo una biografia, risulta una narrazione credibile e appassionante.
Le sei sorelle avevano vite incredibilmente diverse, eppure il loro legame è rimasto saldo nel tempo e ben documentato, grazie anche a lunghi scambi epistolari.
Le loro personalità — riconoscibili fin nei dettagli, in quanto personaggi storici —, anche se non sempre capaci di suscitare empatia nel lettore, a causa di alcune scelte poco condivisibili, sono state utilizzate — come affermato dalla stessa autrice — per raccontare ciò che stava succedendo in quel periodo nella società, in senso lato e in tutti i suoi aspetti.
In questo caso specifico, Decca diventa lo strumento attraverso il quale osservare l’ascesa del fascino in Europa e la guerra civile spagnola.
L’intento principale è chiaramente descritto da Jessica Fellowes nelle note storiche finali:

“Credo sia importante avvicinare le persone alla storia con una sorta di incantesimo, per così dire. Niente mi rende più felice di quando i lettori mi dicono che i romanzi della serie delle sorelle Mitford li hanno spinti a tuffarsi nei libri di storia per «saperne di più». Sono convinta che le lezioni del passato siano necessarie per indirizzare meglio il nostro futuro, soprattutto oggi che sono così evidenti le similitudini tra il ventunesimo secolo e l’epoca tra le due guerre mondiali. Collocare i Mitford in situazioni inventate e vedere come avrebbero potuto reagire ci consente di mettere alla prova il nostro temperamento: come ce la saremmo cavata in situazioni simili? Perché tali circostanze potrebbero benissimo ripresentarsi”.

Mai, come oggi, parole di questo genere riecheggiano, tragicamente, vere e attuali.