Il caso di Charles Dexter Ward
- Autore: H.P. Lovecraft
Se “La paura più antica e potente è la paura dell’ignoto”, Il Caso di Charles Dexter Ward, seppur non costituisca l’opera migliore di Lovecraft, rimane sicuramente una lettura imperdibile per tutti colori che intendono avvicinarsi al mondo narrativo di uno dei più grandi autori della letteratura fantastica del novecento.
Il protagonista, il dottor Willet, si trova ad indagare sul misterioso isolamento di un giovane di nome Charles, la cui età appare indefinita a causa del corpo invecchiato precocemente e della voce rauca e sibilante, il tutto stranamente unito ad un’irrefrenabile e folle ossessione per una grande quantità di esperimenti che realizza all’interno di un laboratorio che tiene costantemente chiuso e dal quale fin troppo spesso giungono oscuri e spaventosi lamenti che sembrano provenire da altri mondi. La sete di conoscenza di Charles lo induce ad indagare su un suo vecchio antenato, Joseph Curwen, di cui sapremo la storia maledetta attraverso un racconto che ci condurrà indietro nel tempo. Charles recupera e conserva nella sua abitazione un quadro dell’uomo e inizia una folle corsa contro il tempo per scovare qualsiasi testo magico e alchemico che gli permetta di capire le diavolerie e i misteri del suo antenato stregone.
Oltre una trama ricca di suspense e senza approfondimenti psicologici che avrebbero snaturato lo stile dello scrittore, ciò che emerge da ogni riga è l’imminente stato di follia che presto o tardi coinvolge inesorabilmente tutti i protagonisti delle sue opere, a causa di un’ideologia particolarmente pessimista per cui gli unici Dèi a governare questo mondo sono creature venute da altri spazi e tempi, dalle fattezze animali e mostruose, con nomi leggendari e malefici, la cui natura è legata inesorabilmente al caos, all’ignoranza e alla follia pura. Questo traboccante quanto mai urlante olimpo divino non è altro che un’invenzione dello stesso autore, la cui visione dell’uomo moderno è quella di un essere fragile ed indifeso, impreparato di fronte agli orrori che si celano dietro secoli di assenza, avvolti e protetti da un tempo che falsamente li ha creduti lontani, la cui insidia è talmente tangibile e vicina da minacciare l’intera esistenza umana. Creature ultraterrene che con l’aiuto di esperimenti ed invocazioni come quelli di Charles, possono trovare accesso alla nostra dimensione ed è difficile rispedirli indietro.
Indimenticabili e pregne di terrore le pagine in cui il protagonista discende nei sotterranei e nella più cupa oscurità sente i lamenti di tutte quelle creature che in esso sono intrappolate, senza che il lettore realmente comprenda di quale raccapricciante abominio si tratti, perché lo stile di Lovecraft è quello di rendere intangibile ciò che può essere visibile, di suggerire senza mai descrivere apertamente, dimostrando che la vera paura nasce e cresce dentro di noi al di là di ciò che il nostro occhio può vedere e la nostra mano toccare. L’uomo ha un ruolo insignificante nel cosmo dominato da entità che non si preoccupano della razza umana. Non esistono preghiere, nessuno ci salverà quando affonderà la nostra isola di ignoranza e ci troveremo di fronte terrificanti realtà per capire solo allora che “La follia governa il vento che scende dalle stelle”.
Il caso di Charles Dexter Ward
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