Il catalogo dei giocattoli. Storia di un’infanzia
- Autore: Sandra Petrignani
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2013
“Come le anime dei morti che aleggiavano intorno al cimitero o nei lumini di cera accesi tremolanti davanti ai ritratti, i palloncini volavano via. Andavano a conoscere la realtà degli angeli, sottraevano al bambino disperato il suo debole potere sugli oggetti e sulla vita sua e degli altri” (Palloncino, pag.101).
Bello, no? E allora sentite (leggete) quest’altra:
“Alla giostra i cavalli erano i preferiti. Allineati a due correvano in tondo ondeggiando. Il liscio incavo della sella accoglieva affettuosamente le natiche, il materno gonfiore della pancia costringeva ad allargare le cosce in una posizione eccitante. Contro la pelle scoperta il fresco della cartapesta. Forse avevano ragione quando trovavano sconveniente che una donna cavalcasse a gambe larghe: ne indovinavano la segreta soddisfazione, l’inevitabile delizioso sfregamento. Una bambina cavalcherà il suo cavallo a dondolo contenta unicamente del moto, della spinta. Per divertirsi non ha bisogno, come un maschio, di brandire la spada, di incitare immaginari compagni al combattimento” (Cavallo a dondolo, pag. 51).
La sostanza della scrittura di Sandra Petrignani è questa: concreta e sospesa, controllata seppure sognante, speculativa ma acquerellata. Questo suo “Il catalogo dei giocattoli. Storia di un’infanzia” (Beat, 2013) è un tuffo carpiato nello spazio-tempo dei ricordi, delle sensazioni sottili, una visita prolungata a quell’altrove magico - sospeso, tenue e crudele al contempo – delle attività e dei balocchi dell’infanzia. Un’occhiata tutt’altro che furtiva all’universo trasversale della materia animata (un giocattolo non è mai soltanto un giocattolo), tra bambole Lenci, soldatini di indiani e cowboy, il fuciletto col tappo che salta via con un rumore secco, il micro-cosmo dei pianeti marini racchiuso nella miriade di biglie di vetro, i birilli succedanei del biberon. E ancora tra trenini, cera pongo, biciclette, Barbie, bigliardini: ogni giocattolo un compagno di avventure, di volta in volta un idolo, un tiranno, una storia. Ogni storia è un capitolo del nostro tempo, un modo per ricordarci di ricordare: come eravamo e, perché no, "cosa" siamo diventati. Come sottolinea Giorgio Manganelli nella sua introduzione al volume:
“Un catalogo dei giocattoli non è inevitabilmente un libro di struggenti rievocazioni infantili (…) i giocattoli costituiscono un mondo alternativo, un cosmo meraviglioso e impossibile, un insieme di gesti, di riti, di formule magiche”.
Un mondo nel mondo di cui Sandra Petrignani sa farsi cantautrice e teorica insieme, agiografa e cronista puntualissima. Un catalogo senza l’aridità da catalogo, un catalogo come un libro di racconti: 65 (uno per ogni giocattolo) per 151 pagine in formato tascabile, da assaporare con curiosità e rimpianto. Una vetrina di zollette della memoria che ci restituisce il quadro di un’infanzia come il mondo delle possibilità che non finiscono, un universo ilare, colorato, spensierato, che è possibile riesplorare a qualsiasi età con identica meraviglia.
- Articolo correlato: Intervista a Sandra Petrignani
Il catalogo dei giocattoli. Storia di un infanzia
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