Il commissario Soneri e la strategia della lucertola di Valerio Varesi

C’è del marcio a Parma: tre casi per niente sospetti per il Commissario Soneri

A Villa Clelia hanno smarrito un paziente. Il sindaco Corbellini è sulla Paganella, per una settimana bianca coi ragazzi della parrocchia della Navetta. Dall’argine del torrente arrivano strane musichette, come suonerie personalizzate di un cellulare. Ma chi potrebbe stare per giorni vicino all’acqua, a Parma, col freddo e la nebbia? Uno, due, tre casi da indagini di polizia. Non sembrerebbe, ma è così. È l’avvio del nuovo titolo di Valerio Varesi, un buon giallo, ben confezionato.

Con “Il commissario Soneri e la strategia della lucertola”, edito da Frassinelli, 312 pagine 17,50 euro, lo scrittore torinese (di nascita) ma trapiantato nella terra (d’origine) del parmigiano e del culatello, riappare in compagnia del suo personaggio di successo.
Un atteso e brillante ritorno per Franco Soneri, funzionario silenzioso ma efficiente, e per le sue pillole quotidiane di saggezza: la pensione fa più vittime di un’epidemia, il guaio è che l’aspetti volentieri o anche: televisioni e giornali la menano così a lungo con ’sta storia del maltempo eccezionale, da scatenare un’ondata d’isteria.
E una normale nevicata invernale diventa per la gente un cataclisma epocale, con mamme intabarrate in tenute da spedizione polare e papà alla guida di giganteschi fuoristrada al recupero dei teneri pargoli all’uscita da scuola, che nemmeno il tempo di tirare due palle di neve: sali subito qui! Ti surgeli!

I tre casi di prima? Niente di preoccupante, si direbbe, sottovalutando quanto accaduto al povero Alfio Romagnoli, 83 anni, statura media, corporatura esile, ricoverato nella clinica privata per una gastroenterite e affetto da demenza senile. Senza parenti, senza proprietà. Senza vestiti, in pigiama, come lo ritrova Soneri, per un’intuizione, dopo aver varcato la porta (allarme staccato, ahi!) delle scale di sicurezza. Sulle scale, gelato, addormentato per sempre.

Certo che niente torna normale nei tre casi. Un sindaco a sciare mentre mezzo Comune è arrestato per tangenti? Un tipo azzimato e schizzinoso come Corbellini, cosa ci fa con gli alunni più sguaiati di un quartiere difficile di periferia? E che dire dell’aggressione di un ignoto al parroco da lotta e protesta della Navetta?
Soneri, sull’argine, trova effettivamente un cellulare - anche un passante d’eccezione, un falsario di quadri d’autore, con un vecchio cane - con tante chiamate da numero sconosciuto. Quanto al vecchio Romagnoli, a parte le due ditte di pompe funebri che si accapigliano per le esequie, l’autopsia lo ha trovato imbottito di un forte tranquillante. Chi poteva averla con lui, volergli del male?

Quante domande. Una dose di calmante in eccesso... un telefonino senza proprietario... e il sindaco sparito da Andalo, senza lasciare traccia. Adesso i ragazzi dovranno tornare, necessariamente. Vacanze kaputt.
Situazioni drammatiche e casi sospetti, corruzione e concussione, amministrazioni infiltrate dalla malavita organizzata, mazzette ai “colletti bianchi”, un affiliato che tenta di disorientare le indagini con confessioni a orologeria. Un campionario di vizi collettivi e reati da sottobosco politico. E attenzione alla strategia della lucertola, che lascia la coda per confondere gli inseguitori. In questo caso si tratta soprattutto del commissario, sempre tallonato dall’ispettore Iuvara e, neanche tanto, dall’avvocatessa Angela, intelligente compagna di vita.

Attenti anche ai morti senza assassini. E attenti all’assalto della camorra alla città. Una bella grana, percorsi diversi che si intrecciano? La morte di un vecchio malato, droga nella pancia di cani, la scomparsa del primo cittadino. O magari un legame non c’è. Forse sono i frutti autonomi di una città marcia.
Che poi tutto quadra e tutti hanno a che fare con tutti... senza trascurare, beninteso, la doverosa premessa: questo romanzo è un’opera di fantasia. Ogni somiglianza con persone, fatti o località reali è puramente casuale.