Il condominio
- Autore: James G. Ballard
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Immaginate un grattacielo, quaranta piani, centinaia di abitazioni più o meno lussuose, ascensori ad alta velocità, moderni sistemi di aerazione e smaltimento dei rifiuti, supermercati, scuole, piscine, parcheggi, tutto nel medesimo edificio.
Immaginate l’architetto che lo ha ideato: Anthony Royal, già dal nome si intuisce l’importanza regale, lui stesso abitante del lussuosissimo attico che dall’alto domina il tutto. Ai piani bassi gli appartamenti meno lussuosi ed economici, e salendo man mano più grandi e sontuosi, una concezione architettonica che prevede in modo naturale il formarsi di una gerarchia sociale di tipo scalare.
Immaginate l’entusiasmo dei condomini nella fase iniziale, e poi man mano il sorgere di piccoli screzi, le antipatie, i dispetti, in fondo sono migliaia di abitanti, per quanto simili, diversi nella scala sociale, costretti a vivere – sebbene comodi – in un unico spazio concepito come una prigione dorata, in un crescente e volontario isolamento dal mondo esterno.
Innalzate tutto questo all’ennesima potenza e avrete Il Condominio di J. G. Ballard (Feltrinelli, 2014 traduzione di Paolo Lagorio). Per quanto ci si sforzi di pensare che tutto ciò sia solo l’ironica visione di un romanziere, ci si accorge che una simile metafora ben rappresenta la versione realistica di ogni convivenza civile.
Iniziando dalle feste mondane, i nuclei famigliari si ritrovano ad allearsi spontaneamente con i propri simili, formando veri e propri clan contro chi occupa un gradino inferiore nella scala sociale (meno facoltoso e di conseguenza abitante nei piani bassi) o superiore (più ricco e abitante ai piani alti). Superbia, invidia, istinto di prevaricazione, un crescendo di intolleranza che sfocia presto in una ferocia inaudita.
La perdita totale di ogni regola civile, sabotaggi, saccheggi, i rifiuti che aumentano a dismisura, l’esaurimento delle provvigioni alimentari, mutano i protagonisti da liberi professionisti, medio alto borghesi, ad infidi cecchini, vandali, stupratori e… svelando il susseguirsi degli eventi, ognuno attraverso il proprio punto di vista. Volontariamente rinchiusi nella nuova realtà, i condomini rassicurati dalla possibilità che una vita diversa sia possibile, si lasciano andare al proprio istinto di sopravvivenza e sopraffazione, nella forma primordiale che sembrava persa a causa della civilizzazione, e che invece continua ad abitare le cavità profonde dell’indole umana.
Se William Golding, ne Il signore delle mosche, narra lo stesso tema partendo da una situazione di sradicamento dalla civiltà (i personaggi adolescenti si ritrovano su un’isola deserta, a causa di un incidente aereo), Ballard ambienta il suo romanzo in un contesto opposto. L’elevato progresso e benessere, oltre a sottolineare l’indole di eterna insoddisfazione dell’essere umano, diventa la causa per cui i protagonisti de Il Condominio, con la crescente perdita di ogni concezione morale, regrediscono nello stato animalesco primordiale che rappresenta la loro più intima natura. Liberi dalle rigide regole sociali, finalmente se stessi, i sopravvissuti, affatto spaventati dalla loro nuova bestiale condizione, ne sono in realtà pienamente soddisfatti!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il condominio
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