Il confine del crimine di Loriano Macchiavelli

Sempre nella serie "Italia in giallo" spicca tra gli autori Loriano Macchiavelli, il geniale creatore del sergente Sarti, poliziotto da scuola dei duri.
L’inizio è folgorante con il narratore esterno che dice "In questa brutta storia Sarti Antonio ci è entrato per forza" ed è un colpo da maestro perché in una sola paginetta narra di Settepaltò, un barbone confidente della polizia, e di una bella ragazza, Rasputin, ladra d’auto. Quest’ultima si sente perseguitata sia da misteriosi criminali sia dai carabinieri, che la mettono in cella insieme a Samir, un iraniano con i soldi. Alla fine Rasputin riesce a scappare mentre la stazione dei carabinieri è assaltata da un brutale commando.

Rasputin continua a mettersi in contatto con Sarti, che viene seguito dal narratore come se lo osservasse dall’alto, senza partecipare.
Oltre a ciò, Macchiavelli descrive i paesaggi, le città, l’Appennino in modo sobrio ed efficace. Adombra anche l’eterno conflitto tra poliziotti e carabinieri, che sembra essere irrisolvibile, ma non è così: Sarti Antonio alla fine diventerà amico del suo collega carabiniere fino ad arrivare a scoprire una realtà atroce.

È bello un racconto come Il confine del crimine perché riunisce in sé giallo d’azione e giallo psicologico, dal momento che l’intrigo di cui si parla è davvero complicato e sfiora la spy story.
Macchiavelli inoltre analizza il suo Sarti come se fosse un vecchio amico e questo è originale rispetto ad altri racconti dello stesso genere. Che dire?
Un bel giallo da prendere in mano senza smettere di leggere fino alla fine e senza cercare di sapere la verità, che forse, in questo caso, non si saprà mai.