Il continente bianco
- Autore: Andrea Tarabbia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2022
Andrea Tarabbia scrive un libro bellissimo sulla scia del romanzo di Parise L’odore del sangue. Il continente bianco (Bollati Boringhieri, 2022) è un romanzo sul "fascismo" che abbiamo introiettato nel nostro inconscio, anche solo su un moto di stizza temporaneo, che con una vergogna privatissima ci fa pensare a quando si era quasi tutti italiani: niente zingari in case di lamiere intorno al Tevere, o il massiccio arrivo di rumeni e di Slavi, che accettiamo con spirito inclusivo. Basta che non siano troppo vicini alle nostre case, ai nostri posti di lavoro.
In forma di autofiction Andrea Tarabbia si trova a Roma, non potendo sfidare il libro di Parise, che è ancora "vivo". Ritroviamo il protagonista in uno studio per fare delle sedute con il Dottor P***, in via della Camilluccia, una zona appartata di ville bellissime dove risiede la buona borghesia della Capitale.
Quando Tarabbia smette di parlare e il dottore non lo incalza più con domande personali, si sentono dei rumori di scarpe col tacco a spillo che girano per casa.
Il dottore sente il bisogno di far sapere chi è quella presenza: è sua moglie Silvia, una donna bellissima ed elegante, sui cinquant’anni, ma decisamente più giovanile.
Andrea la conosce un giorno che il suo dottore è in ritardo (è palesemente uno psicoanalista, ma non viene mai menzionato in quel modo). Silvia gli chiede se vuole bere qualcosa, e poi parla con lui del suo libro precedente, Madrigale senza suono, che lei ha letto; spiega che il marito è oberato di impegni.
Quando arriva, il dottore gli racconta di Silvia: la donna è in attesa del suo amante di venticinque anni, un ragazzo bellissimo e biondo. D’altronde anche lui ha una ragazza in Veneto della stessa età.
L’amante di Silvia è un fascista, non si capisce se parli di una guerra imminente (Russia e Ucraina?) o di una guerra solo immaginata per sgombrare gli immigrati e gli zingari dall’Italia.
A quel punto Andrea Tarabbia vuole vedere da vicino il ragazzo. E un giorno lo vede fuori dalla villa. Resta impressionato dalla bellezza del ragazzo e da qui in poi l’autore adotta una potente scrittura sensuale e sinuosa.
Marcello Croce, questo il nome del ragazzo, ha messo dei volantini fuori alla villa, su cui sono stampati un lupo e sotto la scritta “Il continente bianco”.
Tarabbia che non ama Roma perché sembra una città che vuole morire eppure resta sempre lì, sempre uguale a se stessa, si convince che solo scrivendo del giovane fascista può liberarsi dalle ansie e dal senso di futilità che lo sommerge.
Da qui parte tutta la storia di Andrea Tarabbia, che entra nel partito fascista del Continente bianco per raccontare dei giovani che ne fanno parte, di Croce, del rapporto onesto ma destinato a un infausto destino con Silvia, che lo rincuora quando il giovane è ferito, si rassegna all’ossessione del membro virile del giovane, ne parla col marito di questo sesso grande e ricurvo che l’arpiona.
Il marito sposta le sedute in uno studio a via Condotti, dove racconta a Tarabbia come sta cambiando la moglie. Una donna colta che ormai parla in modo sboccato, che vede arrivare su di sé, dopo tanto desiderio, una pulsione di morte che ritrova anche nel gruppo del suo amante, che ormai fa bisbocce nella villa in via Camilluccia. Tarabbia continua a fare da testimone agli scempi dei suoi nuovi "amici".
Silvia accetta di fare l’amore con altri del gruppo perché glielo chiede Marcello, fino al massimo della degradazione, diventando una prostituta da trenta euro per due zingari, padre e figlio, e fino a un tragico epilogo. Nel frattempo un ragazzone sempre sudato e con seri problemi mentali, avendo accettato di fare sesso con Silvia, se ne innamora e da solo vuole vendicarla, uccidendo i due zingari che sono stati clienti della signora Silvia.
Questo libro di Tarabbia va letto tutto d’un fiato, sennò si rischia di trovarlo sulla poltrona, sul letto come lava incandescente. Il talento di scrittore di Tarabbia è ulteriormente cresciuto con Il continente bianco, anche se è un pugno nello stomaco. Finora il migliore romanzo italiano di questo 2022.
Il continente bianco
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