Il contratto in terapia
- Autore: Gaetano Buonaiuto
- Genere: Psicologia
- Anno di pubblicazione: 2013
Guida pratica per il primo approccio con il paziente
Ritengo “Il contratto in terapia” di Gaetano Buonaiuto (Ferrari Sinibaldi, 2013) utile ai neoterapeuti e ai terapeuti affermati, alla persona che si rivolge al professionista, alle scuole di psicoterapia, ai corsi di laurea in psicologia e medicina.
All’interno del testo emergono degli aspetti riguardanti la psicoterapia naturalistica Ericksoniana, ossia il tailoring e la self-disclosure.
Per quanto riguarda il tailoring, secondo l’autore, la psicoterapia deve essere come confezionare un vestito adatto per il cliente e così il principio del tailoring prevede che la psicoterapia va personalizzata alla perfezione in base alla persona che si ha di fronte, alle sue richieste, al suo vissuto, alle sue capacità, attitudine, possibilità di trarre un suo vantaggio personale che gli possa permettere di stare meglio, di avere un maggior benessere psicofisico, di uscire da una situazione difficile, di cambiare un suo modo disfunzionale di essere al mondo: trattasi di intervento su misura, dopo un’attenta analisi della domanda, si personalizzerà il progetto di lavoro in base alla personalità del cliente, alle sue specifiche esigenze, ai suoi obiettivi, ed alle sue richieste.
Per quanto riguarda la self-disclosure quale principio della Psicoterapia Ericksoniana, il Terapeuta a volte deve essere sensibile, umile, tale da scoprirsi, da mettersi in gioco direttamente con il cliente, mostrando suoi lati, suoi aspetti che possano permettere al cliente di entrare in relazione, di creare un’alleanza terapeutica adatta al prosieguo della psicoterapia ed è quello che fa l’autore, svelandoci il suo bagaglio esperienziale e professionale relativo alle sue esperienze di apprendimento, relazionali, di confronto con i maestri e colleghi che gli hanno permesso di sentirsi un bravo terapeuta ed un autore di un testo utile alla società.
Interessante il discorso delle carezze che concede alle persone a lui care e che suggerisce ai lettori di provare a sperimentare nei propri ambiti di interazione. Dalla lettura risulta importante mostrare degli accorgimenti nei confronti di altre persone, riconoscere degli aspetti negli altri, far emergere delle risorse, stimolare un interesse nell’altro, sorprendere, e come suggerisce l’autore, anche delle critiche possono dimostrare che si sta in relazione con l’altro senza rischiare di offendere. L’importante è non avere un approccio giudicativo ma di presenza accanto all’altro che può migliorare alcuni aspetti se gli fai presente qualcosa in modo opportuno.
L’autore scrive di incontri, di relazioni, di interazioni. Questo è la psicoterapia della Gestalt: il terapeuta è disposto ad incontrare l’altro senza restare su un piedistallo, senza nascondersi dietro un tavolo, si pone sullo stesso piano del cliente, lo incontra e fa in modo che il cliente si senta presente, ascoltato, capito, compreso e possa così fidarsi ed affidarsi alle sue capacità, alla sua professionalità, pronto a carpire la strada giusta da seguire, pronto a scoprire nuove vie, nuove modalità di essere, di esistere, senza avere risposte precise, ma scoprendo seduta per seduta
- come si emoziona,
- cosa sente,
- come respira,
- qual è il suo bisogno e, momento per momento, cosa fa per soddisfarlo,
- se è capace di mobilitarsi per soddisfarlo,
- come si sente dopo averlo soddisfatto,
- se riesce a restare in una fase di recupero in attesa che emerga un successivo bisogno
e così via.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il contratto in terapia
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