Il cortile delle sette fate
- Autore: Nadia Terranova
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2022
Nel quartiere Ballarò di Palermo si trova Piazzetta Sette Fate, luogo in cui credenze popolari hanno ambientato oscure leggende.
Racconta Giuseppe Pitrè, collezionista e narratore di storie siciliane, che a Palermo, nonostante i controlli della feroce Inquisizione, c’era un cortile dove di notte si davano appuntamento sette donne misteriose, una più bella dell’altra.
Quando decidevano di portarsi dietro qualcuno gli facevano fare cose mai viste: danze mistiche, canti paradisiaci, voli eterei, camminare sull’acqua e altri prodigi. All’alba i fortunati si risvegliavano come se nulla fosse successo, però di quell’avventura ricordavano ogni dettaglio.
Con queste parole si apre la fiaba che Nadia Terranova ha pubblicato per le edizioni Guanda, Il cortile delle sette fate, immaginosamente illustrato – come si conviene per l’argomento – da Simona Maluzzani.
Nadia Terranova (Messina 1978) nella sua produzione letteraria ha alternato romanzi classici a libri per ragazzi. Tradotta in diverse lingue e pluripremiata, lo scorso anno ha vinto il Premio Andersen con Il segreto.
Questo suo nuovo testo è ambientato nel 1586, in un’epoca in cui essere donne (e soprattutto donne non conformi al sentire ufficiale di Chiesa e autorità, e a quello popolare imbastito di superstizione e ignoranza) non doveva essere facile, sia in Sicilia che altrove.
Anche essere gatte nere poteva essere molto pericoloso, a quanto afferma la co-protagonista del racconto:
Provateci voi a essere una gatta nera al tempo dell’Inquisizione. Voglio dire, non è facile. Innanzitutto non è detto che possiate tenere il vostro nome, anzi conviene che ve ne troviate uno buono per salvarvi la pelle. Io, per esempio, mi presento come Arte ma in realtà mi chiamo Artemide, come la dea della caccia: pensate a cosa succederebbe se qualcuno sapesse che porto il nome di una divinità pagana, no, non voglio neanche immaginarlo, già la mia vita è difficile così.
Perseguitata perché ritenuta creatura diabolica, la gatta Arte gira con circospezione nei vicoli del capoluogo siciliano, dove gli inquisitori, affidandosi al Malleus Maleficarum, un manuale per la caccia alle streghe, istillano ovunque sospetti e diffidenza. Eppure, nelle sue due vite precedenti in Egitto e in Grecia, Arte era stata rispettata e onorata, addirittura con la considerazione dovuta a un essere di origini divine.
Una notte il suo fortuito incontro con Carmen la mette in contatto con le forze indomabili e ribelli della natura. Carmen è una bambina singolare:
furtiva e zingaresca… libera come il vento e zozza come la pece, vestita di stracci sotto un mantello damascato e i piedi nudi incrostati di strada fin dentro le unghie.
È cresciuta in un bosco, accudita da lupi, donnole, lepri, ricci e ghiri, nutrita con “bacche, frutti ed erbe”, assimilando così comportamenti ed espressioni selvatici, lontani dalla sensibilità della gente comune. Ora vaga per le vie della città, impaurita e affamata. La notte in cui Carmen e Arte si incrociano per la prima volta nei pressi della Chiesa di Santa Chiara, vicino a una torretta d’acqua, è animata da voci e sussurri indecifrabili, da passi femminili leggeri, da intensi profumi di piante aromatiche. Mentre la gatta si rifugia spaventata dietro a un muro, la ragazzina viene circondata da sei bellissime donne che intorno a lei ballano e cantano, vestite d’oro e d’argento, prima di dissolversi nel nulla.
L’irruzione di due ossessionati inquisitori marchia Arte e Carmen dell’accusa di stregoneria, conducendo la prima alla fuga, e la seconda in prigione con l’accusa infamante di “guaritrice”, di “ciamavermi”. A salvare entrambe, ecco che arrivano le sei donne concretizzatesi dal buio, streghe o fate: comunque figure libere e liberanti, capaci di ribellione, allegria e lievità in un’epoca di gretta repressione.
Raccolgono erbe mediche per preparare infusi magici che inducono sogni rasserenanti in chi dorme, e manifestano una saggia teoria sugli inquisitori:
I pensieri negativi sono quelli che qualcuno chiama diavolo. Si impossessano della mente di chi li partorisce e non se ne vanno più, inquinano il cuore e i sentimenti, fanno calare le tenebre, creano paura, odio, sospetti. Anche se certi signori lo vanno cercando per le strade di Palermo, in realtà il diavolo é solo dentro di noi, pronto ad apparire e a rovinarci la vita quando non siamo consapevoli di poterla godere appieno.
Regalano alla gatta nera esperienze gioiosamente visionarie, sollevandola in atmosfere sconosciute. Si rendono invisibili per penetrare nella prigione in cui è rinchiusa Carrnen, e immobilizzano l’inquisitore che la sta sottoponendo a un interrogatorio brutale per farle confessare peccati mai commessi.
Una delle fate, Pia, rivela alla bambina di essere stata la sua levatrice, raccontandole i misteri della sua nascita: figlia di una “guaritrice”, Carmen ha ereditato le stesse facoltà taumaturgiche della mamma, e ora che ne è consapevole può unirsi a loro sei, diventando la settima fata fornita di ali, capace di volare più in altro di ogni pregiudizio, vessazione e ingiustizia, tenendosi stretta una gatta nera, decisamente portafortuna!
Il cortile delle sette fate
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