Il criminale
- Autore: Massimo Lugli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
Ho letto molti libri di Massimo Lugli, inviato di Repubblica e grande esperto della cronaca nera romana, libri che raccontano delinquenza e malaffare in città, con grandissima competenza. “Nel mondo di mezzo. Il romanzo di Mafia capitale”, uscito poco tempo fa, pur se la sua tesi è stata smentita dalle recenti decisioni del tribunale, che ha smontato l’impianto accusatorio, negando che si sia trattato di mafia, era un libro interessante e pieno di informazioni che il pubblico ignora.
Ora, cambiando del tutto argomento: nel recentissimo “Il criminale” il giornalista si addentra nella ricostruzione di una storia che ha appassionato il pubblico molti anni fa: un ragazzo neppure diciottenne, un sinti, per anni in riformatorio minorile per i suoi atti di delinquenza abituale, esce ricco solo del suo soprannome, Sbrego, e di cinquemila lire, che il paterno direttore del correzionale gli ha regalato sperando che non si rimetta nei guai. Purtroppo invece l’indole di Consiglio Spada, le sue abitudini violente contratte dalla famiglia di giostrai nella quale è nato, non possono che riportarlo nell’unica logica che conosce: furto, violenza, fuga, e alla fine assassinio. La vicenda raccontata da Massimo Lugli inizia con il ricorso a un espediente narrativo abbastanza consueto: il manoscritto redatto dallo stesso Sbrego, prima del suo suicidio in carcere, arriva nelle mani del suo fidato compagno di cella, un pastore sardo semianalfabeta che aveva apprezzato in qualche modo Sbrego, e lo propone ad una casa editrice. Si tratta del romanzo di una breve vita criminale, l’ultima parte vissuta insieme ad un giovane donna, Zoe che, imprevedibilmente, si innamora pazzamente di lui e decide di seguirlo nella sua tragica esperienza di assassino, ladro, prevaricatore. Una coppia mal assortita, lei quasi architetto, colta, determinata, lui un ragazzo rozzo, mal cresciuto, dedito alla violenza sconsiderata pur di raggiungere i suoi scopi che, dopo che ha conosciuto l’amore, gli appaiono come la fuga e il rifugio insieme alla sua amata Zoe.
Interessante, nella prosa incalzante di Massimo Lugli, la ricostruzione degli ambienti criminali: la camorra napoletana, il travestito Gilda, una oscena drag queen che domina il rione, il pizzo che i commercianti pagano contenti pur di ottenere protezione, la totale assenza dello Stato; poi, quando la fuga dei due complici Sbrego e Zoe terminerà tragicamente, sugli Appennini abruzzesi dove si sono rifugiati dopo aver seminato la morte dietro di loro, lo scrittore ricostruisce la cattura del giovane zingaro, conteso tra polizia e carabinieri, il cui scontro violentissimo è una delle pagine più efficaci dell’intero romanzo: il lettore si augura che sia davvero un romanzo, la violenza che i poliziotti, protetti dai loro capi, esercitano contro l’assassino finalmente catturato ed esibito come un trofeo sul quale infierire impuniti. Il contrasto tra carabinieri e polizia viene descritto come una lotta drammatica, nella quale si finisce quasi per parteggiare per lo stesso Consiglio Spada, assassino e ladro, ma almeno dichiarato.
Il racconto del processo, il cui esito è scontato, ci fa entrare nelle camere oscure della giustizia italiana, con le sue lentezze, le contraddizioni, gli umori del pubblico, la invadenza della stampa, la verità che non sempre è quella auspicata. Terribili le descrizioni della vita carceraria, i soprusi, le violenze feroci, ma anche la voglia di smontare certi pregiudizi che lo scrittore mette in bocca al suo protagonista, lettore accanito, privo della speranza di un futuro che non ha, pieno di ricordi della sola cosa bella che ha avuto nella sua breve e travagliata vita: l’amore di Zoe, l’unica forza positiva di cui fare memoria nelle lunghissime giornate trascorse nella oppressione della cella.
Il criminale
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