Il dardo e la rosa
- Autore: Jacqueline Carey
All’età di quattro anni - passati vagabondando con la famiglia - Phèdre viene lasciata dalla madre in una delle Tredici Case che si assumono il compito di portar avanti nelle Terre d’Ange gli insegnamenti d’amore e le inclinazioni materiali dei Compagni del Beato Elua: vivrà a Casa Cereo, finchè Anafiel Delaunay non la prenderà sotto la propria illuminata ala perchè studi... tutto ciò che può essere studiato.
Purtroppo - per lei e per chi le sta intorno - Phèdre è un’anguissette, rarissima creatura che dà e prende piacere nel proprio dolore, e ciò porterà ovviamente guai a non finire. Impossibile enumerare la serie di avventure che Phèdre vivrà nel corso del libro, in numero tale da essere persino eccessive, ma è indubbio che Jacqueline Carey conduca il lettore con mano ferma ma leggerissima, tanto che anche i contatti di Phèdre con i propri "patroni" (fortunatamente il termine "clienti" è stato scongiurato) sono descritti in maniera lieve e per nulla morbosa.
A mano a mano che i toni si fanno più incalzanti, per il precipitare della situazione politica in cui volente o nolente Phedrè si trova immersa, gli elementi di masochismo, già solo accennati, si fanno gradualmente da parte per lasciar posto ad una lunga corsa contro i nemici della Corona.
Sicuramente nulla di nuovo, temi già ampiamente trattati e via discorrendo, ma mi ha incuriosito la leggerezza del tono per nulla morboso, quando sarebbe bastato indugiare appena in qualche descrizione per scivolare senza rimedio.
Non credo che questo libro sarà particolarmente amato in Germania, dato il trattamento riservato dall’autrice al popolo skaldico, indubbiamente tedesco (a fugare ogni dubbio, una cartina all’inizio chiarisce che Terre d’Ange è la Francia, le sue alleate Alba ed Aragonia sono rispettivamente il Regno Unito e la Spagna, e la Skaldia è appunto la Germania); in compenso dovrebbe essere adorato dai francesi, popolo perfetto nella propria pura bellezza, e non disprezzato da spagnoli (alleati fedeli in battaglia) e britannici (l’alleato per eccellenza, salvatore delle sorti della corona).
Il dardo e la rosa: Le storie di Terre d'Ange - La saga di Phèdre [vol. 1]
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Mi sembra un’analisi molto superficiale del libro, soprattutto l’osservazione finale sulla geografia.
Ad una più attenta analisi, ogni stato rappresenta una nazione europea in un suo periodo storico.
Per quanto la Skaldia, sì, si trova verso la Germania, anche se io, per la sua ampiezza, l’avevo sempre paragonata alla Russia, e anche ora che studio svedese per me la cosa ha un senso: nell’epoca vichinga, in Scandinavia, il popolo era veramente organizzato in quel modo, e anche i nomi originali erano simili (gli jarl si riunivano nei thing, ad esempio). Gli scaldi, inoltre, in Scandinavia erano i poeti del re, che ne esaltavano le gesta. Si nota quindi anche un richiamo scandinavo anche nel nome della nazione. Inoltre, l’origine del nome Russia viene da Ruotsi, che, per l’appunto, in finlandese vuol dire ’Svezia’.
Non sottovalutiamo questo libro, è ricco di storia anche se non ce ne accorgiamo.