Il delitto della dolce vita
- Autore: Francesco Caringella
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2020
Non avrei scelto questo libro né per il titolo, né per la copertina, veramente poco accattivanti, ma me lo hanno consigliato e infine mi sono lasciata convincere. Il delitto della dolce vita (Mondadori, 2020) appartiene a tutto un filone (oggi di successo tra il popolo dei lettori) di libri "giudiziari" opera di magistrati o avvocati cui Carofiglio fa scuola. Un libro non è tale se non è un po’ più in alto di noi, se non ci insegna qualcosa che non sapevamo, e sicuramente questo di Caringella ha avuto il pregio di trascinarmi in una vicenda molto risalente nel tempo, che sicuramente negli anni Sessanta fece scalpore, ma che per chi è venuto dopo non rappresenta nulla.
La vicenda di una madre di tre figli ricca e capricciosa che tradisce il marito con un giovane egiziano, Farouk El Chourbagi, un uomo che aveva tutto nella vita e desiderava, come tutti i ricchi insoddisfatti, proprio ciò che la moralità gli avrebbe impedito di possedere, ovvero una donna sposata. Una relazione alla luce del sole, scandalosa in un’Italia ancora assai lontana dal permettere il divorzio, a maggior ragione l’adulterio. Una relazione conclusasi con un efferato omicidio a colpi di pistola e il deturpamento della vittima col vetriolo.
Caringella mette tra le pagine la sua esperienza di uomo di legge, la sua prosa è asciutta come una sentenza di tribunale, gli stessi dettagli vengono ripetuti più e più volte, con sfumature e sfaccettature diverse, proprio come solo un magistrato o un avvocato può fare. Particolari minuziosi, dichiarazioni, testimonianze, prove. Non si tralascia nulla, sembra quasi che l’indagine si snoccioli sotto gli occhi di chi legge che, se all’epoca non era nato, non conosce neppure la conclusione e il verdetto finale, perciò avanza a perdifiato per arrivare a sapere.
Oltre ogni ragionevole dubbio, questo è il titolo di un altro best seller dell’autore, e allo stesso modo, anche ne Il delitto della dolce vita il protagonista assoluto della storia è alla fine proprio il dubbio.
Le prove portano Claire e il marito Youssef fino alle soglie di quella porta della stanza in cui avvenne il delitto e, poi, fuori di essa, quando tutto si è compiuto, fino al viaggio-fuga ad Atene. Ma tra quelle mura dell’ufficio della Tricotex, con Farouk non c’erano che loro due, e la giuria è stordita, non sa cosa pensare. Entrambi colpevoli? O colpevole lei? Colpevole lui? Non si può accusare una persona innocente di un delitto, meglio assolvere un colpevole che condannare chi non ha commesso il fatto. E Se Claire ha solo assistito al delitto? O, al contrario, ha messo in atto tutto lei, rifiutata dal suo amante, e Youssef non ha avuto altro ruolo che coprire la sua azione? I due si accusano a vicenda, cambiano versione, ritrattano. Hanno una lucidità che spaventa.
"Ogni processo ha il suo attimo decisivo. Può essere un testimone, una prova, una risposta, un silenzio, uno sguardo, attorno al quale, in un modo o nell’altro, ruota tutto il resto. Quando la verità è in bilico, in quell’istante si gioca tutto."
E non sempre trionfa, quella verità, perché la verità la conosce solo chi era presente, e di sicuro non la donerà a chi deve giudicare.
Non definirei Il delitto della dolce vita un romanzo, è molto tecnico, con uno stile forense assai marcato, le descrizioni sono le brevi pennellate che servono unicamente a distinguere un testimone da un altro, lo stato d’animo che si legge negli occhi dell’imputato. Il resto appartiene a documentazione d’ufficio, ad articoli di giornale, a verbali con le trascrizioni delle varie testimonianze che l’autore mette insieme con maestria. Tutto talmente preciso e vero da riuscire a infondere, a quasi sessant’anni di distanza, un senso di rabbia verso quel dubbio che si insinua a mischiare le carte in tavola, e a ostacolare una volta ancora il naturale corso della giustizia. Come va a finire la vicenda? Lascio al libro il compito di svelarlo a chi vorrà tuffarsi in questa lontana e impicciata storia, che ancora emana il suo fascino, riesumata da vecchie carte ingiallite.
Il delitto della dolce vita
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