Il figlio del drago
- Autore: Mimmo Parisi
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
A volte succede che fantasia e realtà coincidano. Certo, è difficile che, in un mondo come quello attuale, il lettore possa appassionarsi a un argomento ricco di figure romantiche. Laddove, romantico, sia inteso come aggettivo caratterizzante narrazioni oscure. E protagonisti ottocenteschi lugubri piuttosto che mielosi. Eppure il cantautore e scrittore Mimmo Parisi, con “Il figlio del drago”, ci ha provato, con ineludibile successo; fatto abbastanza difficoltoso in una temperie storica che qualcuno indica come già post-crisi economica.
Passo del Lupo è un luogo dell’Italia settentrionale; Mimmo Parisi non ha specificato con precisione, dove rintracciarlo sulle carte geografiche. Poco male, tanto non importa recarsi sul posto né, tantomeno, digitarlo sul navigatore di ultima generazione: leggendo il libro ci si arriva molto, molto prima. Sicuramente – con quel lupo in bellavista – il nome non può che suggerire una zona di montagna o alta collina e, senza alcun dubbio, la citazione delle Alpi nel libro, ne fa un paese prealpino, con un paesaggio mozzafiato in estate – tipo alcune pubblicità montane – e un’aria natalizia perenne in inverno.
Tuttavia ciò che rende veramente notevole il piccolo centro che risponde al nome avventuroso di Passo del Lupo, non è la sua capacità di essere valente attrazione turistica. Il suo pregio è invece legato a un tema che da sempre appassiona politici e sociologi: tutto quel che è stato sognato per un gruppo sociale coeso ed emancipato, ebbene, è stato realizzato in questo piccolo Comune montano. Qui non vi è disoccupazione; le cariche dirigenziali sono – a turno – espletate da tutti; a scuola non vi è nemmeno uno studente che protesti per qualcosa. Gli stipendi sono livellati, ognuno fa quel che fa perché sa fare quello e non vi è motivo di dare una paga da sceicco a uno che madre natura ha dotato, ad esempio, di capacità da statista: ciabattino e statista hanno diritto di vivere con decoro e il decoro non può essere di serie A o B!
In “Il figlio del drago” di Mimmo Parisi (Casa editrice GDS, 2018, pp. 224, distribuzione Mondadori) tutto questo fantastico equilibrio è messo in discussione. Uno sconosciuto di nome Vlad Tepes scende nella piccola stazione e niente sarà più lo stesso. La gente del paese, pur così evoluta nel riconoscere gli stessi diritti per ognuno, in seguito ad alcuni delitti, diventa preda di uno sdoppiamento di giudizio. Per quanto emancipati, essi arrancano in uno scenario alla Bram Stoker, dove si muove un altro Dracula, e tentano di difendere ciò che hanno conquistato a livello sociale.
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