Il figlio del figlio perduto
- Autore: Soma Morgenstern
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2023
Questo romanzo, pubblicato a Berlino nel 1935, esce ora in Italiano per Marsilio con il titolo Il figlio del figlio perduto, tradotto in italiano da Alessandra Luise e Sarina Reina. L’autore, Soma Morgenstern, ebreo galiziano morto nel 1976, amico dei più importanti esponenti della letteratura ebraica, Joseph Roth,Stefan Zweig, Robert Musil, aveva vissuto con angoscia gli anni di passaggio tra la Prima guerra mondiale, la Finis Austriae - come fu detto il passaggio tra la dissoluzione dell’impero asburgico - e poi, dopo la Repubblica di Weimar, il consolidarsi dell’antisemitismo sancito poi dall’ascesa del Nazionalsocialismo.
In questo clima storico-culturale nasce il romanzo, il primo di una trilogia, che mette in scena il mondo perduto degli ebrei devoti galiziani, che vengono qui raccontati con notevole maestria letteraria.
Il titolo dice tutto della storia. Alfred Mohylewski è uno studente ventenne; malgrado studi a Berlino ora è tornato nella sua città, Vienna, dove abita con la madre Fritzi, la bellissima vedova di Jossele, il padre del ragazzo è morto in combattimento durante la sanguinosa Prima Guerra mondiale.
Il dottor Frankl, potente funzionario viennese, è diventato il tutore del giovane, da sempre innamorato di Fritzi. Jossele proveniva da un’antica e ricca famiglia di possidenti di Dobropoljie, un villaggio della Ucraina, ebrei osservanti e devoti, legati alle più consolidate tradizioni dell’ebraismo chassidico. Welwel, il fratello di Jossele, vive ancora nello shetl originario, conservando i riti, gli abiti, i cibi, le modalità di rapporto con il mondo come se il tempo di fosse fermato.
Jossele è il fratello perduto, perché aveva lasciato l’ebraismo dei padri per convertirsi e sposare la bella Fritzi, e di lui non si doveva più pronunciare neppure il nome. Partito per un congresso internazionale dell’ebraismo che si svolge a Vienna, Welwel, accompagnato dal vecchio e furbissimo amministratore Jankel, giunge in treno nella capitale austriaca, dopo un lungo viaggio in carrozza che ha fatto attraversare ai due strani personaggi tutta la Galizia orientale.
Nel teatro dove si svolge il congresso, avverrà l’incontro casuale con il nipote Alfred, che ospite del Dott. Frankl, si era incuriosito della presenza di tanti ebrei, rabbini importanti che stavano dando vita a questo incontro così diverso dalla società viennese, nella quale gli ebrei erano ormai assimilati e convertiti alla modernità. Dall’incontro nascerà un esito imprevedibile: il figlio del fratello perduto, Alfred, incontrerà il fratello di suo padre, di cui non aveva mai saputo molto, e nascerà tra i due una immediata sintonia, il riconoscimento dei valori del sangue e della tradizione religiosa familiare, tanto che il ragazzo compirà scelta radicale.
Soma Morgenstern ricostruisce attraverso i personaggi del romanzo un mondo perduto, lontano, destinato nel giro di pochi anni a scomparire nel gorgo delle persecuzioni hitleriane e della Soluzione finale.
Jankel, la governante Pesje, lo stesso Welwel, i loro abiti tradizionali, caftani, scialli, filatteri, il ricordo di un tempo fermo, come se la storia non fosse arrivata in quelle terre lontane, dalla Polonia attraverso la “Podolia”, dove si onorano lo Shabbat e tutte le devozioni ebraiche e in cui la modernità non si è ancora affacciata, considerata frivola e deviante, sono la parte più interessante del romanzo.
C’è anche molta ironia in questo racconto originale, come la tradizione ebraica impone; ma si percepisce pure l’imminenza del baratro in cui quel mondo sta per sprofondare. Ci si chiede cosa ne sarà del giovane Alfred, che prenderà il nome ebraico di suo nonno, “Sussja”, nei pochi anni che separano questo libro dall’invasione e distruzione di un intero mondo.
Il figlio del figlio perduto
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